"Prima mi hanno citofonato che dovevamo uscire, ma io non mi sarei mosso. Solo quando una vigilessa della polizia municipale mi ha chiesto come cortesia di lasciare il palazzo, specificando, a mia precisa domanda, che me lo chiedeva come donna, allora come impone la cavalleria ho accettato. Altrimenti sarei rimasto: questo palazzo ha retto all'alluvione del 1966...". Non ha perso la voglia di scherzare, anche se momentaneamente fuori casa, Niccolò Capponi, storico, discendente della nobile famiglia che dà il nome a uno dei due edifici i cui inquilini sono stati invitati a uscire in conseguenza della voragine apertasi sul lungarno Torrigiani.
LA BIBLIOTECA NEL FILM HANNIBAL
"Temono per le tubature del gas" riferisce poi Capponi. Palazzo Capponi alle Rovinate si chiama l'antico edificio, "costruito intorno al 1410 da Niccolò Uzzano" in via de' Bardi - ingresso al civico 36 -, che corre parallela al lungarno, ricorda Capponi. "Poi nel 1872, quando è stato fatto il lungarno, alla mia famiglia fu imposto di fare una facciata anche sul terrapieno del lungarno", realizzata da Giuseppe Poggi. Le fondamenta del palazzo quindi non insistono sul lato dell'Arno, ma in via de' Bardi". Sul fronte del fiume si affacciano "parti degli appartamenti e una terrazza in affitto alla Stanford University". Anche il padre di Niccolò Capponi ha dovuto lasciare la sua abitazione nel palazzo: "Ora è in un altro appartamento di un edificio in via dei Bardi, Palazzo Canigiani, che viene ritenuto al sicuro considerata la distanza.
Solo che non ha gradito molto: gli mancano i suoi libri". Il palazzo Capponi alle Rovinate, oltre che storico, è stato prestato anche al cinema: alcune scene del film 'Hannibal' sono state girate nell'edificio, essendo il protagonista Lecter curatore della biblioteca 'Capponi'.
Una delle scene della pellicola a Firenze