Potrebbe essere sentito nei prossimi giorni dagli inquirenti il più giovane dei due carabinieri accusato di aver violentato due studentesse Usa. Lo ha detto il procuratore della Repubblica Giuseppe Creazzo. "Probabilmente potrebbe essere sentito nei prossimi giorni. E se non viene - ha detto il procuratore parlando con i giornalisti - sarà convocato". L'altro carabiniere, un appuntato, si era presentato spontaneamente in procura con il suo legale. "Quanto successo a Firenze è di una gravità inaudita. Saremo ovviamente inflessibili", ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti.
Si dice "devastato", consapevole di "aver fatto una cosa inqualificabile" ma anche di non saper spiegare "perché mi sono fatto trascinare in questa situazione": così al proprio difensore, avvocato Cristina Menichetti, l'appuntato dei carabinieri accusato insieme al collega di pattuglia di aver violentato a Firenze una delle due studentesse americane che hanno denunciato i militari di stupro. "Da 20 anni sono nell'Arma e aiuto le persone, anche correndo dei rischi", "non so perché mi sono fatto trascinare in questa situazione", ha detto in sostanza al suo legale il militare che ha cercato un difensore per andare volontariamente in procura venerdì scorso a farsi interrogare, prima di essere convocato dagli inquirenti. Le stesse cose, anche in termini diversi, sono state dette dal militare al pm Ornella Galeotti, titolare dell'inchiesta, nel cui ufficio è rimasto dalle 13.20 alle 14.40. Al momento, si apprende dal difensore, l'appuntato non ha ricevuto né avvisi di garanzie né notifiche per compimenti di atti di indagine. La studentessa americana che lo ha denunciato per violenza sessuale "non mi sembrava ubriaca, non barcollava, non puzzava di alcol, connetteva bene i discorsi", "e non credevo che fosse così giovane: aveva un'aria più matura, vicino alla trentina di anni, mi sembrava più grande di età, più matura": lo ha detto al suo difensore, avvocato Cristina Menichetti, l'appuntato dei carabinieri accusato di stupro e ora indagato dalla procura di Firenze insieme a un altro militare con cui era in pattuglia durante un controllo. Quanto riferito al suo legale sono, in buona sostanza, aspetti di cui avrebbe parlato anche anche al pm Ornella Galeotti da cui si è fatto interrogare due giorni fa. "Non mi sono accorto che era ubriaca", e "non ho percepito nessuna contrarietà" al rapporto sessuale avuto insieme, avrebbe anche detto il militare al suo avvocato.
Militare ammette rapporto ma 'consenziente' - Uno dei due carabinieri in servizio a Firenze accusati di violenza sessuale da due studentesse statunitensi avrebbe ammesso davanti al pm titolare dell'inchiesta, Ornella Galeotti, di aver avuto un rapporto con una di loro ma che la giovane "era consenziente". Il militare, sospeso dal comando dell'Arma "a titolo precauzionale" insieme al collega, si sarebbe presentato spontaneamente in procura, accompagnato dal suo avvocato. Potrebbe essere quindi già delineata la linea difensiva dei militari, la cui presenza sia alla discoteca di Firenze sia davanti all'abitazione delle due giovani di 19 e 21 anni era stata confermata da alcuni testimoni e dalle videocamere di sorveglianza. Una difesa che l'avvocato Gabriele Zanobini, che assiste la più giovane delle due studentesse, ancor prima di sapere la notizia, aveva 'smontato', ricordando che secondo l'art. 609 bis del codice penale, "l'accusa di violenza sessuale non si consuma solo con la violenza fisica o con la minaccia, ma anche abusando delle condizioni di inferiorità psichica o fisica al momento del fatto. Esattamente come sarebbe successo alle due giovani e, secondo il codice, in questi casi il non consenso è implicito". In più, ai due militari, sempre secondo il legale che aspetta le prossime mosse della procura, potrebbe essere contestata l'aggravante prevista dall'articolo 61, quando "il fatto è commesso con abuso del potere o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione". Di certo i due carabinieri per il momento non saranno in servizio, nè sulla strada nè in ufficio. E questo mentre la polizia prosegue nella raccolta di materiale, anche biologico, trovato sembra nell'androne del palazzo vicino a Ponte Vecchio e anche nell'ascensore, sul quale presto potrebbe essere effettuato l'esame del dna. Materiale che proverebbe un atto sessuale.
Le due ragazze da qualche giorno sono in una struttura protetta, "è molto scossa - dice Zanobini parlando della 19enne -, come la sua amica. Alla scuola avevano detto loro di fidarsi solo di polizia e carabinieri...". Una raccomandazione che sembra prassi negli Stati Uniti quando gli studenti partono per venire in Italia. Le loro università stipulano pure delle assicurazioni, e anche le due giovani ce l'avevano: sono polizze "che comprendono varie cose, dalla rapina all'incidente, dal furto ai problemi che potrebbero sorgere dal troppo bere e altro ancora....", precisa Zanobini, spiegando che invece non c'è un'assicurazione specifica sulla violenza sessuale. "Ma Firenze non è una città da sballo", tiene a dire il sindaco Dario Nardella, per il quale, comunque, lo stato di ebbrezza "non sarebbe un'attenuante. Anzi". Sull'episodio anche oggi scende in campo la politica con alcuni esponenti del centrodestra, da Matteo Salvini a Roberto Calderoli, da Daniela Santenchè a Flavio Tosi, che non nascondono dubbi "sull'accusa di stupro", anche se quasi tutti chiedono punizioni esemplari qualora venisse confermato. Di "punizioni esemplari", se l'episodio c'è stato, parla il Procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, mentre per il vice ministro dell'Interno, Filippo Bubbico, quanto successo, se confermato, "arrecherebbe un danno grave alla reputazione dell'Arma, che ha sempre svolto un lavoro a fianco dei cittadini e a sostegno di chi vive condizioni di disagio".
I FATTI
Stando al racconto delle due ragazze, i due militari, che avrebbero anni di esperienza alle spalle, sarebbero intervenuti insieme ad altre pattuglie per disordini in una discoteca nei pressi del piazzale Michelangelo. Qui avrebbero incontrato le ragazze. Le avrebbero fatte salite sull'auto di servizio offrendosi di accompagnarle a casa. Ci sarebbero anche alcuni testimoni, che affermano di averle viste salire sulla gazzella dei carabinieri. L'auto è poi partita - erano da poco passate le tre del mattino - dirigendosi verso il centro di Firenze, raggiungendo l'abitazione dove le due studentesse vivono in affitto, poco lontano da via Tornabuoni.
Gli spostamenti della gazzella dei carabinieri sarebbero stati confermati dalle immagini di alcune telecamere cittadine. Due in particolare, che avrebbero registrato l'avvicinamento dell'auto e la sua uscita dalla zona in circa 20 minuti. Una volta arrivati, parcheggiata la vettura, uno dei carabinieri avrebbe abusato di una delle due ragazze nell'androne del palazzo e l'altro della seconda nella cabina dell'ascensore. Tracce biologiche compatibili con un rapporto sessuale sarebbero state trovate dai poliziotti della scientifica nell'androne fino all'appartamento delle due ragazze. E gli esami eseguiti all'ospedale confermerebbero che le due ventenni hanno avuto rapporti sessuali. Resta da accertare se i rapporti siano riconducibili alle violenze di cui dicono di essere state vittime.
Decisivo a questo riguardo potrebbe rivelarsi l'esame del Dna: la scientifica avrebbe infatti repertato, ai fini del confronto, alcune tracce biologiche trovate sugli abiti che le ragazze indossavano al momento della presunta violenza. Sulla vicenda è intervenuto il dipartimento di Stato Usa, che ha spiegato di "prendere queste accuse molto seriamente". Il console generale Usa a Firenze, Beniamin Wohlauer, si è recato in questura, dove ha avuto in colloquio di circa un'ora col questore Alberto Intini, e presso il comando provinciale dei carabinieri. I carabinieri hanno garantito al console "massima trasparenza, rigore e sforzo per arrivare alla verità".
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