Dalle accuse di botte e insulti a immigrati in Lunigiana a quelle di violenza sessuale nei confronti di due ragazze Usa a Firenze, fino al caso della bandiera del Secondo Reich, ora spesso usata nelle manifestazioni neonaziste, appesa in una camerata: il 2017 sembra essere davvero l'annus horribilis per i carabinieri in Toscana, dove anche il comandante che ha appena lasciato la guida regionale dell'Arma per assumere quella dei carabinieri del Ministero degli Esteri, il generale Emanuele Saltalamacchia, è indagato per rivelazione di segreto nell'ambito dell'inchiesta Consip insieme al comandante generale Tullio Del Sette.
La bandiera del Secondo Reich è apparsa, visibile dalla strada, appesa in una camerata della caserma Baldissera, dove ha sede il 6/o Battaglione dei carabinieri e dove si trovano proprio gli uffici del comando regionale: le polemiche suscitate sono solo le ultime in questo anno difficile, durante il quale inchieste giudiziarie hanno visto dei militari dell'Arma coinvolti in Toscana. In Lunigiana sono 37 i carabinieri indagati dalla procura di Massa e Carrara per presunti abusi ai danni di extracomunitari avvenuti nelle caserme di Aulla e Licciana Nardi. Brigadieri, marescialli, appuntati, ma tra loro, accusati di favoreggiamento, ci sono anche il tenente colonnello Valerio Liberatori, già comandante provinciale di Massa Carrara, e il comandante della compagnia di Pontremoli, Saverio Cappelluti. Nelle carte della Procura si parla di atti intimidatori e vessatori. Non solo minacce: ci sarebbero anche lesioni e contusioni per aver sbattuto la testa di un extracomunitario contro il citofono della caserma; colpi di manganello sulle mani; scariche elettriche con uno storditore per costringere uno spacciatore a rivelare dove tenesse la droga. Ma la vicenda che ha avuto maggiore clamore resta quella dei due carabinieri Pietro Costa e Marco Camuffo, subito sospesi dal servizio, accusati dalla procura di Firenze di aver abusato due ragazze statunitensi dopo averle accompagnate a casa, con l'auto di servizio, da una discoteca dove erano intervenuti per un alterco. E sempre nel 2017 è giunta a ottobre la sentenza d'appello per la morte di Riccardo Magherini, il giovane deceduto nella notte tra il 2 ed il 3 marzo 2014 in strada a Firenze, in preda a una crisi da alcol e cocaina, durante un intervento dei carabinieri: per tre di loro, Vincenzo Corni, Stefano Castellano e Agostino della Porta, confermate le condanne per omicidio colposo con pene tra i 7 e gli 8 mesi.
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