(ANSA) - MILANO, 09 GEN - Gioia Bartali, nipote del grande
ciclista Gino, scende in campo per difendere la memoria del
nonno dopo che lo storico Marco Pivato, in un suo libro a breve
in uscita, afferma che non vi è nessuna prova che abbia salvato
centinaia di ebrei.
"Prima di riconoscere una persona 'Giusto tra le Nazioni' lo
Yad Vashem istruisce un dossier rigorosissimo - sottolinea la
nipote in una intervista al giornalista Antonio Sanfrancesco sul
sito di Famiglia Cristiana -.
Gioia Bartali si dice molto amareggiata per 'L'ossessione
della memoria. Bartali e il salvataggio degli ebrei: una storia
inventata', edito da Castelvecchi, in uscita il 21 gennaio e
recensito in anteprima sul Corriere della Sera da Gian Antonio
Stella. Il compito del grande atleta era quello di compiere vari
viaggi in bicicletta dalla stazione di Terontola-Cortona fino ad
Assisi, trasportando documenti e fototessere, prodotte dai frati
francescani di Assisi, nascoste nei tubi della bicicletta per
dare identità false agli ebrei e permettere loro di salvarsi.
"Spesso, alla vigilia della Giornata della Memoria, vengono
fuori queste polemiche. Per affermare una cosa del genere -
insiste Gioia Bartali - bisogna avere delle prove precise e
inconfutabili altrimenti il rischio è di sollevare polveroni
inutili e poco rispettosi della memoria delle persone. Mio nonno
diceva sempre che 'il bene si fa, ma non si dice'". (ANSA).
Nipote Bartali, è vero che salvò centinaia ebrei
Presa posizione su sito Famiglia Cristiana riguardo libro Pivato