Toscana

Anno giudiziario:Pg Firenze, con Covid rischio welfare mafie

Viola, ipotizziamo sommersione fenomeno di usura in Toscana

Redazione Ansa

(ANSA) - FIRENZE, 30 GEN - "La pandemia del Covid-19 non è soltanto un'emergenza sanitaria, non è soltanto un'emergenza economica, ma costituisce anche una grave crisi del mercato del lavoro" e per questo "in assenza di adeguate misure di sostegno e della tutela proveniente dalla disponibilità di capitali legali, è facile prevedere, soprattutto nelle fasce sociali e popolari più disagiate e più aggredite dalla crisi, l'inevitabile consegnarsi a forme di welfare mafioso". Lo ha detto Marcello Viola, procuratore generale presso il distretto della corte di appello di Firenze, all'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Nel distretto - ha aggiunto Viola - può fondatamente ipotizzarsi, nonostante il consistente calo del numero delle iscrizioni dei procedimenti per usura, pari a quasi il 34%, la sommersione del fenomeno usurario poiché l'accertamento del reato di usura urta spesso contro l'atteggiamento delle vittime, che preferiscono sottomettersi alle pretese usurarie piuttosto che denunciarne gli autori, temendo di perdere la possibilità di potersi avvalere del ricorso a tale forma di credito nel caso di eventuali ulteriori necessità". "Le numerose indagini - ha poi affermato il Pg di Firenze, Marcello Viola - hanno disvelato l'esistenza di meccanismi di infiltrazione delle diverse mafie, altrettanto pervasive del virus, nei circuiti dell'economia legale e nel tessuto dell'economia locale, con molteplici e diversificati investimenti, dall'accaparramento di lavori pubblici e privati, al settore immobiliare, a quello del turismo, all'acquisizione o alla gestione di pubblici esercizi, specie di ristorazione o intrattenimento". "Se è vero - ha aggiunto - che la cultura mafiosa non è riuscita a contaminare il tessuto sociale della Toscana, si registra nondimeno la continua emersione di spunti investigativi che vedono la presenza di appartenenti a Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra operare in Toscana in concorso con elementi del luogo, a dimostrazione della forte liquidità di cui tali soggetti dispongono e della capacità attrattiva e corruttiva che tali disponibilità comportano". "Il tutto in un contesto economico in cui i perduranti effetti della crisi già in atto, e soprattutto quelli della terribile pandemia, continuano a condizionare le dinamiche economico-finanziarie e sociali del territorio, aprendo spazi smisurati alle organizzazioni criminali ed alle strategie di aggressione alle realtà imprenditoriali". "I clan - ha proseguito - cercano di sfruttare la crisi e l'emergenza da coronavirus, che è anche emergenza economica e sociale, per infiltrarsi ulteriormente nel tessuto economico delle Regioni, tra le quali a forte rischio di inquinamento è da ritenersi pure la Toscana, per l'importanza e le dimensioni del suo apparato economico e produttivo".

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