(ANSA) - AREZZO, 19 MAR - Ricoverato da 15 giorni nel reparto
Covid dell'ospedale di Arezzo, col respiratore, Sergio non
riusciva a riconoscere, neanche dalla voce, la moglie Patrizia:
era andato a trovarlo indossando la tuta e gli altri dispositivi
che le lasciavano visibili solo gli occhi. La donna è tornata
allora con una grande foto con scritto 'Dentro la tuta ci sono
io' attaccata alla tuta.
"La prima cosa che ha fatto - racconta Patrizia - è stata di
accarezzare la foto. Era ancora un po' incerto su chi ci fosse
dietro maschera e dentro la tuta ma nessun dubbio su chi fosse
la donna della foto: sua moglie. Quando mi ha riconosciuta,
siamo scoppiati a piangere: è stato veramente un ritrovarsi dopo
un viaggio terribile che avevamo fatto in solitudine, uno
lontano dall'altra".
Marito e moglie, 52 anni, si sono entrambi ammalati di Covid.
Patrizia, maestra di religione, è stata contagiata in forma
lieve ed è rimasta in isolamento a casa. Sergio, istruttore di
scuola guida, invece il 15 febbraio è entrato in ospedale: solo
ieri è stato spostato nelle cure intermedie. La moglie, guarita,
ha avuto la possibilità di andarlo a trovare: "Quando l'ho visto
sul letto - spiega - ho avuto la conferma di quanto fragili e
deboli si sia durante la malattia. Soprattutto se si tagliano
tutti i fili con la famiglia e gli amici. Se poi il contatto
visivo avviene attraverso camici, visiera, doppia mascherina si
rischia addirittura di non riconoscersi anche dopo 30 anni di
matrimonio". Così è stato con Sergio. La donna ha poi avuto
l'idea di confezionarsi una sorta di 'tesserino'. "Medici e
infermieri sono angeli - spiega ancora -. Ma agli occhi di chi è
disteso su un letto, con il viso coperto dalla maschera del
respiratore sono come tanti soldatini anonimi. Non sono
riconoscibili. anche gli operatori potrebbero avere grandi foto
sulle tute di protezione". (ANSA).
Covid: visita marito con foto e scritta 'dentro tuta sono io'
Uomo ricoverato ad Arezzo non riusciva a riconoscere la moglie