(ANSA) - FIRENZE, 06 APR - Si è conclusa con 29 imputati
rinviati a giudizio, 18 patteggiamenti, tre condanne e
un'assoluzione in abbreviato, l'udienza preliminare nata da
indagini della Dda di Firenze a carico di presunti esponenti di
un gruppo criminale che avrebbe riciclato proventi illeciti di
Cosa Nostra nell'economia toscana, a Prato e a Firenze. Per i pm
Giuseppina Mione e Francesco Sottosanti la presunta associazione
a delinquere avrebbe immesso nel circuito economico denaro di
provenienza illecita attraverso le creazione di una galassia di
33 imprese con sedi in tutta Italia, in particolare in Toscana,
Sicilia e Lazio, tutte aventi per oggetto sociale il commercio
dei pallets, le pedane in legno usate per il trasporto e la
movimentazione di merci. Il gruppo criminale avrebbe riciclato,
anche con emissione di fatture false, oltre 48 milioni di euro
di proventi illeciti derivanti da affari criminali, tra cui
quelli della famiglia mafiosa di Corso dei Mille di Palermo,
capeggiata da Pietro Tagliavia. I reati contestati dalla procura
sono, a vario titolo, associazione per delinquere, riciclaggio,
autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni, contraffazione
di documenti d'identità e sostituzione di persona. A processo,
su disposizione del gup Silvia Romeo, va tra gli altri anche
Francesco Paolo Clemente, 44 anni, residente in corso dei Mille
a Palermo e arrestato nel corso delle indagini, considerato
dagli inquirenti il punto di riferimento della presunta
associazione a delinquere. Nel corso delle indagini, guardia di
finanza di Prato e Dda di Firenze hanno ricostruito un flusso
illecito di denaro per circa 150 milioni di euro. Per l'accusa
il sodalizio riciclava i proventi criminali della cosca di Corso
dei Mille a Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia, condannato
con sentenza irrevocabile per associazione mafiosa, e figlio di
Francesco Tagliavia condannato all'ergastolo per le stragi di
via d'Amelio a Palermo e via de' Georgofili a Firenze. (ANSA).
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