(ANSA) - FIRENZE, 04 FEB - I vaccini rimangono la prima arma
contro il Covid, oggi comunque la Asl Toscana Centro segnala che
all'ospedale San Giuseppe di Empoli (Firenze) sta dando buoni
risultati la pillola antivirale Molnupiravir (nome scientifico)
somministrata da gennaio a 25 pazienti. La Asl ne parla mentre
stamani sono arrivate in Toscana le prime 800 confezioni
monodosi di un'altra pillola antivirale, quella della Pfizer (il
Paxlovid). Queste terapie - pillole da prendere a casa dopo
assoluta indicazione medica - hanno un perimetro ristretto di
impiego ma possono diventare decisive, evitando aggravamenti e
ospedalizzazioni. Anche la cura col Molnupiravir è per pazienti
con specifici fattori di rischio: problemi cardiaci, renali,
polmonari, obesità, diabete, neoplasie, immunodeficit, patologie
che col Covid potrebbero favorire un aggravamento. "Finora
abbiamo riscontrato buoni risultati nei 25 pazienti a cui è
stata somministrata - spiega Mauro Brizzi, direttore del reparto
di Infettivologia di Empoli - E' una terapia ad attivazione più
rapida rispetto agli anticorpi monoclonali che richiedono
un'organizzazione più complessa dovendoli somministrare endovena
in pronto soccorso. A breve arriverà anche il secondo
antivirale, la pillola Paxlovid. Lo scopo di queste terapie è
evitare il ricovero ma non sono sostitutive della vaccinazione
che al momento resta sempre l'arma più efficace contro il
Covid". La terapia è domiciliare e nel caso di Empoli consiste
in quattro capsule ad uso orale, da prendere due volte al giorno
per cinque giorni. Il trattamento, nei pazienti sintomatici deve
iniziare a non più di cinque giorni dai primi sintomi.
In Toscana ci sono stati altri 27 morti nelle 24 ore, un
fronte che continua a fare vittime anche se gli altri parametri
mostrano un calo incoraggiante, tra cui quello dei positivi
totali, in diminuzione (pur sempre oltre 131.000 persone, le
dimensioni di una città capoluogo popolosa). Negli ospedali si
aprono reparti-bolla per pazienti che si ricoverano per curare
altre patologie di cui il Covid è fattore secondario, benché
presente e contagioso. L'ultimo a farlo è il San Giovanni di Dio
di Orbetello (Grosseto) con otto posti letto. (ANSA).
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