(ANSA) - PISA, 31 MAR - I ricercatori dell'Università di Pisa
hanno investigato per la prima volta il contenuto di circa 50
vasi e anfore provenienti dalla tomba di Kha e Merit del museo
Egizio di Torino, risalenti a circa 3500 anni fa. L'indagine,
spiega una nota, è avvenuta senza aprire o intaccare i reperti
grazie ad una innovativa metodologia che ha permesso di
"annusare" le tracce dei composti organici residui.
Nelle anfore i ricercatori hanno poi rintracciato pesci
essiccati e molecole volatili la cui presenza potrebbe essere
associata a farina d'orzo o addirittura birra come suggerito
dalla presenza di composti volatili specifici della
fermentazione dei cereali. Il lavoro appena pubblicato sul
Journal of Archaeological Science è stato svolto dai chimici
dell'Ateno pisano attraverso due campagne diagnostiche eseguite
nel 2019 presso il museo Egizio.
In particolare, l'esame dei reperti è stato eseguito con uno
spettrometro di massa Sift-Ms trasportabile, un macchinario che
solitamente è impiegato in ambito medico per quantificare i
metaboliti del respiro o per determinare inquinanti ambientali,
e che solo recentemente ha dimostrato la sua utilità anche nel
campo dei beni culturali per eseguire indagini preservando
l'integrità dei reperti.
"Questo studio ha dimostrato la possibilità di impiegare questo
genere di strumentazione direttamente nei musei, per ottenere
informazioni importanti su numerosi oggetti in modo rapido e
completamente non distruttivo - spiega la professoressa Ilaria
Degano dell'Università di Pisa - un simile approccio potrà
dunque essere impiegato in nuove campagne diagnostiche, ed
eventualmente in futuro esteso anche all'indagine di materiali
diversi provenienti dall'ambito dei beni culturali, quali ad
esempio collezioni di oggetti d'arte moderni e contemporanei".
(ANSA).
'Naso' rivela contenuto vasi tomba egizia a Museo Torino
Ricercatori ateneo Pisa usato spettrometro per 'fiutare' residui