Toscana

Premi: scelti gli 8 diari finalisti del Pieve Saverio Tutino

Premiazione il 18/9. Tema 'Cercatori di pace'

Redazione Ansa

(ANSA) - PIEVE SANTO STEFANO (AREZZO), 05 AGO - Scelti gli otto diari finalisti del Premio Pieve Saverio Tutino, organizzato a Pieve Santo Stefano (Arezzo) dal 15 al 18 settembre dall'Archivio dei Diari. Tema di questa edizione, la 38ma, 'Cercatori di pace', uno spazio di riflessione attraverso le storie di quanti continuano a raccontare il ripudio della guerra e la ricerca degli ideali di pace condividendo la propria esperienza sulla pagina scritta. Il vincitore sarà nominato il 18 settembre.
    Storie di persone comuni al centro di incontri, dibattiti, spettacoli, e dei Premi Tutino Giornalista e Città del Diario, e del concorso Dimmi dedicato alle scritture migranti.
    Tra i diari finalisti selezionati dalla giuria, quello del giovane militare Eugenio Brilli, classe 1892, intellettuale brillante e convinto repubblicano, che scrive all'indomani del coinvolgimento italiano nella Grande guerra e parte per il fronte convinto di combattere La guerra giusta. Sarà inevitabile scoprire la violenza della trincea. I suoi ultimi pensieri, la sua disperazione, sono raccolti nel diario che scriverà fino al giorno prima di morire.
    'Addio patria matrigna' è la memoria di Ado Clocchiatti -nato a Udine nel 1883 in una famiglia di conciapelli. Ado scrive la sua memoria nel 1916, poco prima della chiamata alle armi per difendere la stessa "maledetta patria" che lo ha costretto, a soli 10 anni, a una vita di migrazioni, povertà, lavori durissimi e che gli sta chiedendo di combattere il "nemico" dal quale ha dovuto elemosinare il lavoro per sopravvivere. Due giovani, di 22 e 24 anni, che si conoscono durante una vacanza-studio in Serbia nel 1976 danno vita a un fitto epistolario, in concorso al Premio con il titolo 'Hola preciosa, ciao piccolo', per colmare la distanza che li separerà. La loro relazione durerà fino al 1979 ma il loro affettuoso rapporto epistolare vive e si alimenta tutt'ora. A 80 anni Enrica De Palma inizia a scrivere una vivace autobiografia a partire dagli anni felici dell'infanzia in Puglia fino all'ingresso nel mondo del lavoro come ispettore generale dell'Archivio di Stato di Roma, e ricostruisce i ricordi da lasciare ai nipoti. (ANSA).
   

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