(ANSA) - FIRENZE, 02 APR - "Le risultanze del processo di
primo grado a Elona Kalesha è caratterizzato da molte zone
d'ombra","non è possibile condannare per omicidio una persona"
che "non si sa se abbia ucciso, non si è ipotizzato come abbia
ucciso, si ignora con chi avrebbe ucciso e perché lo avrebbe
fatto". Anche così gli avvocati difensori Federico Febbo e
Antonio D'Orzi hanno proposto ricorso in corte di appello contro
la condanna a 30 anni inflitta in primo grado a Elona Kalesha,
la donna albanese di 39 anni imputata di aver ucciso e fatto a
pezzi i genitori del suo ex fidanzato. I resti mortali di Teuta
e Sphetim Pasho, scomparsi da Firenze nel novembre 2015, furono
scoperti in modo fortuito dentro quattro valigie abbandonate in
un campo tra la Fi-Pi-Li e il carcere di Sollicciano, a Firenze,
nel dicembre 2020. Il processo in assise d'appello si aprirà il
18 settembre.
"Tanti, troppi ragionevoli dubbi aprono una voragine forse
incolmabile circa la ricostruzione di fatti datati otto anni
fa", si legge nel ricorso firmato dai difensori.
"Non esiste alcuna risultanza istruttoria che consenta di
individuare l'appartamento di via Fontana quale il luogo dove è
stato consumato l'omicidio - proseguono -. Dopo che
l'istruttoria dibattimentale ha acclarato che le due valigie
portate via dall'appartamento di via Fontana non sono" quelle
"contenenti i resti delle vittime è disarticolato l'elemento
indiziario principale che ha orientato le indagini e ha condotto
all'arresto di Elona Kalesha".
Elemento messo in risalto dalla difesa è "la dinamica" che
"è ricondotta dai medici legali con ogni probabilità all'azione"
di più persone "tant'è che abbandonata l'improbabile ipotesi
iniziale di una condotta addebitata sostanzialmente ad una
persona, Elona Kalesha, si propende ora per una condotta
plurisoggettiva con il concorso di ignoti, la cui individuazione
non è più neppure ipotizzata dopo che inizialmente erano stati
indagati due soggetti". (ANSA).
Giallo di valigie coi morti, Elona Kalesha fa ricorso in appello
Donna ebbe 30 anni, unica condanna per l'omicidio dei suoceri