Toscana

Screening oncologico, in Asl Toscana attenzione ecosostenibilità

A Azienda sud ovest primo percorso in Italia,per il colon retto

Redazione Ansa

(ANSA) - LUCCA, 14 GIU - L'Asl Toscana nord ovest è la prima Azienda sanitaria a livello nazionale ad approvare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale - sul tumore del colon retto intercettato dallo screening - in cui si forniscono indicazioni specifiche legate alla sostenibilità ambientale. Lo rende noto la stessa Asl spiegando che grazie al lavoro di un gruppo di lavoro aziendale, durato oltre un anno, è stato elaborato un modello specifico che contestualizza le linee guida dello screening rispetto all'organizzazione dell'Asl tenendo conto delle risorse disponibili e garantendo i livelli essenziali di assistenza, introducendo per la prima volta in un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) alcune precise indicazioni sull'ecosostenibilità.
    Il terzo obiettivo dell'Agenda 2030 dell'Onu, si ricorda dall'Asl toscana, 'è quello di 'garantire la salute e il benessere a tutte le persone". I programmi di screening sono in linea con questi propositi. La sanità "che cura la comunità, e in questo caso fa azione di prevenzione, finisce però per contribuire, in maniera anche significativa, alle emissioni che determinano inquinamento ambientale": "Secondo uno studio pubblicato dal British Medical Journal, ospedali, cliniche, fabbriche di apparecchi biomedicali e farmaci sono responsabili del 4,4% delle emissioni globali di anidride carbonica. Secondo i dati di Healthcare climate action in Italia fa capo alla sanità il 4% delle emissioni nazionali". "L'endoscopia digestiva insieme alla radiologia e alla chirurgia plastica, è tra l'altro la disciplina con più alto impatto di produzione di rifiuti spesso non riciclabili per procedura: è stato calcolato che un servizio di endoscopia ad alto volume (da 13.000 procedure/anno) produca circa 550 chilogrammi di rifiuti a settimana, riciclati solo per il 29%". Gli autori del Pdta dell'Asl nord ovest - Giovanni Finucci, Lidia Di Stefano, Paola Da Massa Carrara, Raffaele Manta - hanno fatto proprie le indicazioni della Società endoscopica europea di endoscopia digestiva, che raccomanda entro il 2050 l'esecuzione di endoscopie digestive a emissione di Co2 zero, e hanno puntato con decisione sull'ecosostenibilità. "Nell'organizzazione quotidiana delle procedure endoscopiche - si spiega - è necessario adottare, come principio guida, un coinvolgimento di tutto il personale sanitario nell'applicare la strategia delle 5r: ridurre, riutilizzare e riciclare, oltre a ricercare e ripensare, sempre garantendo una endoscopia di qualità". (ANSA).
   

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