Toscana

A Siena gli scatti di Nino Migliori raccontano la Fonte Gaia

Con 35 opere inedite, ai Magazzini della Corticella fino al 22/9

Redazione Ansa

(ANSA) - SIENA, 25 GIU - La Fonte Gaia, la fontana monumentale posta in piazza del Campo a Siena realizzata da Jacopo Della Quercia, è la protagonista della mostra fotografica 'Nino Migliori Lumen Fonte Gaia', visitabile nei Magazzini della Corticella del Santa Maria della Scala di Siena fino al 22 settembre.
    In esposizione, spiega una nota, 35 opere inedite del fotografo bolognese dedicate al capolavoro scultoreo di della Quercia, in un percorso espositivo nel quale il visitatore potrà mettere in relazione le fotografie con le sculture. Oggi la presentazione a Siena della mostra, curata da Lucia Simona Pacchierotti in collaborazione con la Fondazione Nino Migliori di Bologna, alla presenza dell'artista. La mostra è l'ultima tappa di un percorso iniziato già da marzo, quando il maestro bolognese è stato ospite d'onore durante le due giornate di "Letture di Fotografia", manifestazione ideata dal Siena Foto Club tenutasi al Santa Maria della Scala. "Fotografia tu sei l'ombra
/del sole/
tutta la sua bellezza: questi versi di Apollinaire, che mi hanno sempre intrigato perché pieni di fascino nell'estrema opposizione tra ombra e luce - ha commentato Migliori -, sono stati come il grimaldello che hanno aperto la porta della sperimentazione Lumen iniziata nel 2006 con la lettura della fascia dello Zooforo scolpita da Benedetto Antelami sul Battistero di Parma e che, attraverso l'interpretazione di altre importanti opere, mi hanno portato alla serie dei rilievi scultorei di Jacopo della Quercia realizzati per la Fonte Gaia". Per Migliori "venire a contatto diretto con un capolavoro è una commozione profonda e la fiamma della candela, che ad ogni minimo spostamento propone nuove visioni, crea un'atmosfera sospesa. In particolare sono stato trascinato dall'emozione nel vedere e toccare la pietra consunta dal tempo e dalla sua stessa fragilità, accompagnato dal tentativo di ricercare forme possibili che corrispondessero al mio sentire. Ancora una volta posso dire che fotografiamo quello che siamo". (ANSA).
   

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