Toscana

Detenuto suicida, aveva fatto reclamo per cimici e topi in cella

A tribunale sorveglianza di Firenze, ipotizzato reato tortura

Redazione Ansa

(ANSA) - FIRENZE, 06 LUG - In un reclamo, presentato a febbraio scorso al tribunale di sorveglianza di Firenze con l'assistenza di Altro Diritto, il ventenne tunisino suicidatosi giovedì scorso nel carcere fiorentino di Sollicciano dove era detenuto, aveva chiesto "il ripristino delle condizioni di salubrità", dovendo vivere in cella senza acqua acqua ma con cimici, muffa e topi.
    Il giovane, come riportano oggi alcuni quotidiani, sollecitava i giudici a "ordinare alla amministrazione penitenziaria di porre fine alla lesione e alla limitazione dei suoi diritti", legata alla condizioni degradanti della struttura penitenziaria fiorentina, chiedendo, in caso di accoglimento, di trasmettere il reclamo in Procura per accertare se la detenzione in quelle condizioni configurasse il reato di tortura: "L'Amministrazione penitenziaria ha agito con crudeltà ponendo in essere un trattamento inumano e degradante per la dignità delle persone". L'udienza al tribunale di sorveglianza si era svolta il 22 maggio, era in attesa della decisione.
    Il reclamo del giovane tunisino non è un caso isolato. Sono numerosi gli esposti per chiedere uno sconto di pena e il ripristino di condizioni dignitose presentati dagli avvocati dei detenuti di Sollicciano. A dicembre scorso a un 58enne sudamericano, condannato per omicidio, il magistrato di sorveglianza sulla base del ricorso del l'avvocata Elisa Baldocci ha concesso uno 'sconto' di 312 giorni di pena, riconoscendo il "trattamento degradante" subito negli otto anni di detenzione a Sollicciano a causa delle pessime condizioni del carcere fiorentino. (ANSA).
   

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