(di Luciano Fioramonti)
(ANSA) - ROMA, 22 LUG - ''Il Festival è soprattutto un luogo.
D' estate noi cerchiamo la magia che non si trova nelle sale da
concerto e nei teatri anche più prestigiosi dove regna la
bellezza.
Per il ventennale del Festival, nel 2026, il musicista sta
già pensando a qualcosa di speciale. ''Spero che torni Martha
Argerich, che è già stata qui cinque volte. Mi ha detto di sì ma
mancano due anni e lei non ama prendere impegni con troppo
anticipo. Sarà però un festival con lo stesso spirito degli
inizi, mon una rassegna di musica da camera ma di musica,
punto''. Quest' anno il programma ha riservato grande spazio al
folk, con serate dedicate alla musica armena, argentina, tzigana
e irlandese. Il pubblico ieri sera si è entusiasmato con il
concerto del violinista Daniel Hope e il suo gruppo, un viaggio
trascinante alle ricerca del rapporto tra le radici del folk
irlandese sul finire del 1600 e i maestri italiani del barocco
come Antonio Vivaldi, Domenico Scarlatti e Francesco Germiniani.
''La musica popolare viene dalla terra, dalla danza, dal cuore -
osserva Guttman - La classica è più di testa, cerebrale. Abbiamo
bisogno di yig e yang. Non sono mondi musicali diversi, mi piace
trovare il modo di unirli''. I festival estivi sono, però,
diventati un fenomeno dilagante con decine di proposte che si
accavallano. ''L' idea è cominciata nel sud della Francia alla
fine degli anni Sessanta, nelle piccole chiese, in modo
spontaneo e disorganizzato, con musicisti che invitavano gli
amici per esibirsi. Noi non puntiamo molto sugli incontri tra
artisti che non hanno mai suonato insieme ma è capitato.
L'orchestra da camera di Basilea, ad esempio, ha incontrato un
gruppo kletzmer della stessa città: non si conoscevano ed é
stato un colpo di fulmine che ha sorpreso anche loro. Il senso
del festival è la libertà di proporre programmi e incontri
nuovi''.
Guttman ricorda di essersi innamorato di Pietrasanta proprio
per l' arte. ''Sono nato in una famiglia di musicisti e
collezionisti, amici dei surrealisti belgi. A metà degli anni
novanta sono venuto in vacanza in Italia e qui ho trovato una
atmosfera straordinaria, mostre, gallerie, sculture all' aperto
o nei ristoranti. Quando ho visto piazza Duomo ho immaginato
quello che sarebbe accaduto. Ho suonato in una stradina per una
mostra in una piccola galleria. Avevo appena partecipato all'
Elba Festuval e all' assessore alla cultura ho proposto 'Perchè
non facciamo anche qui qualcosa?'. E nato così la rassegna che
ogni anno porta in scena artisti di altissima qualità. Sono lo
chef di una trattoria stellata a conduzione familiare ''.
(ANSA).
Guttman, ''I festival musicali? D' estate cerchiamo la magia''
L'inventore di Pietrasanta in Concerto, la differenza è il luogo
