Toscana

A Massa valvola cardiaca impiantata con 'puntura' all'inguine

1/o intervento al mondo a guida ecocardiografica intracardiaca

Redazione Ansa

(ANSA) - MASSA (MASSA CARRARA), 07 AGO - Una 'puntura' in una gamba del paziente per impiantare una valvola cardiaca. Così un intervento di minimo impatto, senza apertura del torace, effettuato all'Ospedale del Cuore di Fondazione Monasterio, a Massa. La valvola è la tricuspide e presiede il corretto flusso del sangue. Il team di Monasterio, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, ne ha impiantato una con un intervento che la Fondazione definisce "straordinario" e che "ha portato ai massimi livelli la mini-invasività". Il team di Monasterio, guidato da Sergio Berti, con i colleghi del dipartimento Emodinamica dell'Aoup diretto da Marco De Carlo, ha eseguito l'impianto, il primo in Toscana da accesso femorale venoso e il primo al mondo con guida ecocardiografica intracardiaca.
    La valvola è stata impiantata in una paziente in cura a Pisa affetta da grave insufficienza tricuspidale non riparabile con tecniche percutanee e che, per il quadro clinico, avrebbe corso rischi elevati con intervento chirurgico tradizionale.
    L'intervento è stato eseguito nell'ambito di uno studio sperimentale che coinvolge Italia, Spagna, Germania e Canada, "la valvola cardiaca è stata posizionata, attraverso una vena dell'inguine, evitando così l'apertura del torace". La mini invasività è stata resa possibile grazie all'imaging cardiaco di elevato livello che ha fornito ogni dettaglio anatomico guidando il medico nell'impianto della valvola. "Le protesi impiantabili attraverso cateteri - spiega De Carlo - rappresentano una nuova opzione terapeutica a basso rischio operatorio. La prima di queste è disponibile per l'uso commerciale da pochi mesi mentre altri dispositivi sono ancora in fase di studio clinico, tra cui quello impiantato nella paziente a Massa e un altro con l'Aoup unico centro coinvolto in Toscana". Per Marco Torre, dg di Monasterio, "anche questa volta la sanità toscana dimostra di saper fare rete". Silvia Briani, dg dell'Aoup, aggiunge che "un risultato come questo, con risonanza mondiale, non sarebbe possibile se non fosse altissimo il livello professionale di chi lavora nei nostri ospedali". (ANSA).
   

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