(ANSA) - FIRENZE, 16 DIC - "I danni sono andati oltre 1 km" dal deposito Eni di Calenzano "oltre quanto ipotizzato negli scenari, il piano di emergenza inserito nel nostro piano della protezione civile prevede un massimo raggio di 200 metri di danni, invece sono stati oltre. Qualcosa sicuramente è stato sottovalutato, ci sembra evidente". Lo ha detto il sindaco, Giuseppe Carovani, raggiungendo il deposito Eni a una settimana dall'esplosione del 9 dicembre. "Anche noi siamo interessati a capire - ha detto- e mi fa piacere che ci sia un rafforzamento delle professionalità" deciso dalla procura di Prato che oggi svolge un sopralluogo tecnico coi consulenti. Riguardo al deposito Eni di Calenzano "l'ultimo aggiornamento del piano di emergenza esterno risale al 2021, poi c'era un aggiornamento in corso. Da quello che so io Eni aveva già proposto l'aggiornamento, che era in corso di valutazione". Lo dice il sindaco Giuseppe Carovani sul piano di protezione civile per il sito. "Eni è ente proponente - spiega -, la prefettura di Firenze lo coordina e fa riferimento a una serie di professionalità", "l'Eni ha ogni 3 anni l'obbligo di presentare l'aggiornamento del piano", "l'amministrazione comunale recepisce nel proprio piano di protezione civile il piano validato a livello di prefettura". "Il piano del 2021 è quello che ho ed è quello che fa" testo, ha detto Carovani, a cui inoltre risulta che sull'aggiornamento triennale proposto da Eni "sostanzialmente le prescrizioni erano le stesse, c'era una certa continuità nella definizione dei profili di rischio e degli areali interessati". "Il Comune partecipa alla discussione sul piano di sicurezza per le zone industriali o siti a rischio" ma "non ha le condizioni e competenze interne per esprimere una valutazione - ha specificato Carovani -, il Comune si attiene" alle indicazioni che vengono decise, "ci sono competenze e professionalità" preposte alla redazione del piano di sicurezza, "la prefettura attiva un pool di esperti". "Non sono un tecnico, non so dire quale è la distanza , ma rileviamo che i danni sono stati a oltre un chilometro", "noi dal punto di vista urbanistico abbiamo tenuto una bella distanza già dal 1965 rispetto agli insediamenti residenziali. Il piano regolatore di Calenzano del 1965 delineò che lo sviluppo residenziale andava oltre 500 metri a nord, dopo non ci sono stati altri insediamenti residenziali", costruzioni di abitazioni. "Si riteneva" che il deposito" fosse compatibile con insediamenti industriali, questo sì".
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