(ANSA) - ROMA, 18 DIC - Non emergono novità da parte
dell'azienda, in audizione in commissione Attività produttive
della Camera, sul piano di dismissioni per l'Italia di Beko
Europe. In particolare, resta previsto "un impatto sul personale
per 1.
In audizione anche i sindacati. Per Barbara Tibaldi,
Fiom-Cgil, "c'è dolo", nell'investire in Italia non è "mai stato
fatto un tentativo di industrializzazione" ma "una operazione
commerciale", con "una logica puramente predatoria:
l'acquisizione di marchi e quote di mercato per chiudere
nell'immediato". "Se si vuole fare una vera trattativa il
Governo deve parlare con la proprietà, serve un salto di qualità
nell'interlocuzione, parlare con chi può decidere", avverte la
sindacalista.
Massimiliano Nobis, per la Fim, sottolinea la "situazione di
drammaticità" degli esuberi; La circostanza che riguarda 1200
dipendenti della parte industriale su un totale di 1993,
coinvolgendo anche impiegati e funzioni centrali, "testimonia
che c'è anche un taglio della testa dell'azienda, che è un piano
non industriale ma solo commerciale", che investendo in Italia
il gruppo Arcelik ha puntato "solo a acquisire quote di mercato"
Per la Uil, Lucia Gambardella sottolinea "preoccupazione e
dissenso" per un "progetto devastante", un "piano
inaccettabile", basato su "numeri che non possono giustificare
un abbandono dell'Italia ma richiedono un piano di rilancio".
Francesco Armandi, Ugl, parla di "piano scellerato della Beko.
Un piano più commerciale che industriale. Lo Stato, il Governo,
deve intervenire con la massima forza". (ANSA).
Beko ribadisce 1.935 esuberi. I sindacati: 'Piano devastante'
Azienda e sindacati in audizione in Commissione alla Camera