Toscana

Esperti, 'cambiamento clima aumenta malattie immunomediate'

Allergologia Prato partecipa a lavoro scientifico internazionale

Redazione Ansa

(ANSA) - PRATO, 03 AGO - Fattori ambientali, come il riscaldamento globale, l'aumento degli incendi, le tempeste di sabbia e polvere, insieme agli inquinanti e ad altri fattori come i nuovi stili di vita alterano le risposte immunitarie e provocano un aumento delle patologie allergiche, le malattie autoimmuni e le patologie oncologiche. E' quanto emerge dal lavoro scientifico pubblicato su Frontiers in Science (https://www. frontiersin.org/journals/science/article-hubs/immun e-mediated-diseases-climate-change), frutto di una collaborazione tra i maggiori esperti internazionali in materia.
    Tra loro anche Lorenzo Cecchi afferente alla struttura di allergologia e immunologia dell'ospedale di Prato, unico centro italiano coinvolto nel lavoro di messa a punto della letteratura scientifica sugli effetti del cambiamento climatico sulle malattie immunomediate.
    "Anche una ridotta esposizione alla diversità microbica, dovuta anche al continuo impoverimento della biodiversità - spiega Alessandro Farsi, direttore del reparto di allergologia - compromette lo sviluppo immunitario tollerogenico portando a quella disregolazione immunitaria che sta contribuendo all'aumento di queste malattie. Gli effetti sono particolarmente importanti sulle malattie allergiche respiratorie come rinite ed asma". Lo conferma anche l'aumento delle prestazioni cliniche e diagnostiche richieste all'ospedale di Prato. Nel 2023, spiega l'Asl Toscana centro, sono state quasi duemila in più (1824) rispetto al 2022 quando furono 21.391. Per evidenziare il notevole trend in aumento, l'Asl evidenzia che nel 2021 le prestazioni erano state solo 7.998. "Il trend di aumento - continua Farsi - sta continuando anche nel 2024, sia per le richieste di prestazioni che per le conferme di forme allergiche. L'aumento ci sarà anche in futuro, per questo servirà un ragionamento 'One Health', ovvero un nuovo approccio sanitario che non consideri soltanto gli aspetti clinici ma anche i fattori ambientali". (ANSA).
   

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