Toscana

Prevenzione tumori in carcere, screening per detenuti e guardie

Unità mobile di Ispro a Sollicciano per 4 giorni

Redazione Ansa

(ANSA) - FIRENZE, 25 NOV - Una delle unità mobili di Ispro, l'istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica in Toscana, si trova da oggi, lunedì 25 novembre, al carcere di Sollicciano, a Firenze, e vi rimarrà per quattro giorni, fino al 29 novembre per promuovere attività di prevenzione contro i tumori.
    L'iniziativa, spiega la Regione Toscana in una nota, costituisce un progetto pilota promosso dalla Regione e coordinato da Ispro e Asl Toscana Centro e si inserisce all'interno della manifestazione La Toscana delle donne. La giornata di avvio è stata accompagnata da un momento divulgativo, con professionisti sanitari, dedicato alla prevenzione oncologica. E' la prima di iniziative analoghe che in futuro saranno replicate in altri istituti penitenziari, accompagnate anche in quel caso da momenti di sensibilizzazione.
    Durante i quattro giorni di permanenza saranno fatte mammografie per le detenute, le poliziotte e altro personale del penitenziario. In Toscana gli screening gratuiti per il tumore alla mammella sono riservati alle donne tra 45 e 74 anni, cinque anni prima e cinque anni dopo della copertura nazionale.
    A Sollicciano sono circa 20 le detenute che potranno avvalersi dell'opportunità e un'altra decina tra le guardie carcerarie. Del laboratorio mobile di Ispro nel carcere si potrà approfittare anche per gli screening per il tumore al colon retto, con il ritiro delle provette del campione di feci per la ricerca di sangue occulto. Gli esami, da effettuarsi ogni due anni, sono offerti a tutti i toscani tra 50 e 69 anni.
    "La sanità non è fatta solo di cura ed assistenza quando una persona si ammala. Importantissima - sottolinea il presidente Eugenio Giani - è la prevenzione, quella primaria che grazie agli stili di vita riduce i rischi di ammalarsi, e quella secondaria offerta dagli screening, che in Toscana abbiamo allargato ad ulteriori fasce di popolazione rispetto a livelli di assistenza nazionali".
    "La sanità pubblica che vogliamo è quella che non lascia indietro nessuno - evidenzia l'assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini -. E' questa la funzione prima di un sistema sanitario universalistico che, come in questo caso, si prende cura anche di fasce di popolazione a volte dimenticate come i detenuti". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it