Trentino

Rifugio Europa, metà in Italia metà in Austria

Alpinista Eisendle, non esistono confini invalicabili

Redazione Ansa

Per un capriccio della storia il rifugio Europa Venna alla Gerla, a 2.693 metri di quota, a pochi chilometri dal Brennero, è stato letteralmente tagliato in due dal confine tracciato dopo la Grande Guerra. Da quasi un secolo, infatti, due terzi dell'edificio sono in territorio italiano, il resto in Austria. La cucina è in uno Stato, la Stube in un altro. Con Schengen da simbolo della divisione il rifugio è diventato simbolo dell'unificazione. "I controlli al Brennero di certo non sono un segnale positivo", si rammarica il gestore del rifugio Europa, Helmut Holzer.
    Oggi, davanti all'edificio sventolano la bandiera italiana, quella tedesca e quella europea, solo dei cippi di confine sui due lati dell'edificio ricordano che qui si incontrano due Stati. Non fu sempre così. Il riparo per alpinisti fu costruito dal club alpino tedesco (Dav) verso la fine dell'Ottocento, ma già pochi anni dopo si dovette ampliare la struttura. Dopo la prima guerra mondiale il rifugio rimase senza gestione per dieci anni. Poi il club alpino tedesco tornò a gestire la parte austriaca dell'edificio. Alcuni soldati italiani costruirono, per la parte austriaca un giroscala, "una sorta di risarcimento per la perdita del resto del rifugio", come scrisse Alberto Perini nel libricino Rifugio Europa Venna alla Gerla. Dopo un periodo di abbandono, seguito alla Seconda guerra mondiale, il Dav eseguì, nel 1953, lavori di manutenzione e riaprì la sua parte del rifugio. Però non per molto. Durante gli anni degli attentati in Alto Adige il rifugio rimase chiuso, come altri sulla cresta di confine, dal 1966 fino al 1972. Riaprì comunque solo sul lato austriaco, mentre quello italiano rimase ancora chiuso al pubblico e fu utilizzato per molti anni dalla Guardia di Finanza. "Da bambini i finanzieri ci cacciavano, quando ci avvicinavamo al rifugio", ricorda il noto alpinista Hanspeter Eisendle che è della zona.
    Negli anni Ottanta, con un grande sforzo di tutti - club alpini, volontari, ditte ed esercito, che mise a disposizione elicotteri - il rifugio fu ristrutturato, ribattezzato rifugio Europa Venna alla Gerla e, infine, inaugurato con una festa transfrontaliera nel 1988. "Domenica scorsa - racconta Eisendle - sono stato sulla Gerla (una vetta di 2.998 metri, ndr.), proprio a due passi dal rifugio, e lì su non si avvertono confini". Secondo Eisendle, "è un'assurdità reintrodurre i controlli al Brennero. Non esistono confini invalicabili. E' impossibile fermare chi vuole raggiungere l'Austria e poi la Germania, basta infatti attraversare il confine a piedi attraverso le montagne, come fecero in passato i contrabbandieri". 
   

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