(ANSA) - TRENTO, 25 OTT - "Anche in Trentino stiamo assistendo ad un incremento, oltre che della frequenza, anche dell'intensità dei fenomeni estremi. La gestione di tali fenomeni deve essere necessariamente flessibile e basata sull'integrazione delle misure di prevenzione, di protezione e di protezione civile".
Per questo motivo, il Trentino, così come l'Alto Adige - perché entrambi hanno competenze primarie nella gestione dei rischi naturali e in materia di Protezione civile - si sono dotati di specifiche Carte che classificano il territorio secondo una scala di pericolosità che indica i rischi e quindi la priorità degli interventi e delle opere di prevenzione.
"Vogliamo aiutare i Comuni ed i cittadini a vivere il territorio in maniera consapevole e corretta", ha spiegato Fait. Del tutto simile l’approccio nella vicina provincia di Bolzano: "I problemi maggiori – ha spiegato Willigis Gallmetzer, dell’Agenzia di Protezione civile della Provincia autonoma di Bolzano – li abbiamo nelle aree urbanizzate, ed anche noi stiamo ultimando la mappatura delle aree di pericolo - l’intera zona industriale di Bressanone, ad esempio, è in zona di 'pericolo inondazione' - e ci siamo dotati di Piani di gestione delle aree fluviali e bacini montani, periodicamente aggiornati". Continuo, ha aggiunto Gallmetzer, è anche il monitoraggio meteo, dei corsi d’acqua, delle falde, del ghiacciai e dei laghi: "Abbiamo inoltre sviluppato un browser di protezione civile, definito mappe di intervento per i Vigili del fuoco e sviluppato un programma d’intervento, per formare Comuni, tecnici e cittadini, sull’edilizia compatibile al fine di limitare i danni provocati da eventi estremi nelle aree abitate". Gallmetzer ha parlato anche della necessità di un approccio integrato: "Solo così possiamo aumentare la resilienza di tutti gli attori del territorio; Enti, cittadini, volontariato, mondo della ricerca devono fare tutti rete per affrontare queste sfide".