(ANSA) - ROMA, 16 NOV - Orientarsi per strada, in casa o tra
i pensieri. Per il cervello è la stessa cosa: affronta il
compito utilizzando identiche aree e schemi.
Un parallelismo che apre tra l'altro, un'ulteriore chiave per
interpretare il decadimento celebrale, come l'Alzheimer, che
comporta sia difficoltà a orientarsi sia problemi di memoria.
"Per la prima volta - affermano Manuela Piazza e Simone Viganò,
professoressa e ricercatore del CIMeC - abbiamo verificato
empiricamente questa ipotesi" avanzata da molti tra cui il
premio Nobel Edvard I. Moser.
I ricercatori hanno chiesto a un gruppo di partecipanti di
imparare a riconoscere e nominare categorie oggetti mai visti
prima e diversi tra loro costruendo così un nuovo spazio
concettuale a due dimensioni. Presentando in sequenza le diverse
parole e i diversi oggetti appresi e misurando l'attività
neurale attraverso la risonanza magnetica funzionale si è
scoperto che le stesse aree cerebrali coinvolte nella
navigazione nello spazio si attivano anche durante
l'elaborazione dei nuovi concetti.
"Dai risultati - sottolinea Piazza - emerge che il cervello
umano ricicla gli stessi codici neurali, ottimizzati durante la
sua lunga storia evolutiva, per navigare nello spazio fisico e
organizzare, sotto forma di mappe concettuali spaziali, le
proprie memorie, navigarando, letteralmente, nello spazio delle
idee". E conclude: "questa capacità si basa sul funzionamento
dei neuroni, localizzati nella regione ippocampale e nella
corteccia mediale prefrontale, che si attivano quando ci
muoviamo come una sorta di 'GPS' del cervello che ci aiuta anche
ad organizzare memorie complesse e concetti".
Lo studio è pubblicato sul Journal of Neuroscience. (ANSA).
Cervello usa una bussola per orientarsi tra i pensieri
Studio Università Trento,mappe spaziali simili per luoghi e idee