(ANSA) - TRENTO, 23 NOV - In Trentino c'è stato, nel mese
di novembre, un "aumento di prime dosi, ma non ci permetterà di
coprire in tempi brevi quella fascia tra i 20 ed i 60 anni in
cui ci sono ancora migliaia di cittadini indecisi che non si
sono vaccinati. Stanno però aumentando le terze dosi".
La situazione è però a macchia di leopardo, con zone come le
valli di Fiemme e di Fassa che hanno una copertura sotto la
media, mentre in valle di Sole si sfiora l'80%. Altro "elemento
critico", così lo ha definito ancora Ferro, il fatto che "dopo
sei mesi c'è un calo dell'efficacia vaccinale che arriva ad
essere intorno al 40% dai 40 anni in su, motivo per cui è stata
anticipata dal ministero la possibilità di richiamo con la terza
dose dopo 5 mesi anziché 6". Terza dose che - ancora il dg Apss
- risulta "importantissima per il sistema ospedaliero. Si vede
infatti come un vaccinato tende a non essere ricoverato e a non
finire in rianimazione. Chi non è vaccinato ha più di dieci
volte la possibilità di contagiarsi". Apss si sta organizzando
per aggiornare il software di prenotazione anticipando di un
mese la somministrazione: "Non abbiamo problemi di scorte, il
problema non sono le pallottole, ma i soldati", ha commentato
Ferro, in riferimento alla cronica carenza di personale
sanitario.
"Abbiamo una richiesta di vaccinazione che raggiungerà il
massimo a dicembre-gennaio ed il personale dovrà lavorare su
questo, quindi l'indicazione sarà comprimere le altre attività
per dedicarsi ai tamponi e al contact tracing per individuare i
focolai. Un'attività che non può essere fermata e tutte le
risorse verranno messe lì perché ci garantirà di essere un'isola
bianca in una situazione epidemiologica ben più grave ai
confini". (ANSA).
Vaccini: in Trentino aumento prime dosi ma troppi indecisi
Copertura sotto medie in Fiemme e Fassa, meglio in val di Sole