(ANSA) - TRENTO, 30 NOV - In Italia, nei prossimi anni,
tra i quattro e i sette milioni di lavoratori e lavoratrici
potrebbero essere sostituiti dalla tecnologia. Le donne
sarebbero meno esposte al rimpiazzo perché impiegate in settori
(come scuola dell'infanzia, cura e assistenza) in cui è meno
elevato l'impiego di robot.
In base al metodo applicato, la quota di lavoratori e
lavoratrici ad alto rischio di rimpiazzo tecnologico nei
prossimi anni in Italia varia tra il 33% (7,12 milioni di
persone) e il 18% (3,87 milioni).
La perdita di posti di lavoro e la marginalizzazione di
alcune tipologie professionali sono un pericolo in Italia ed è
per questo che la ricerca si conclude con l'indicazione di tre
tipi di intervento. Il primo è creare nuovi posti di lavoro con
attività non automatizzabili per offrire occupazione a chi è
stato rimpiazzato dalla tecnologia e proteggerlo dal rischio di
ulteriore sostituzione. Il secondo è legato all'istruzione e
alla formazione pre-ingresso e durante l'intera vita lavorativa.
Infine, Bannò, Filippi e Trento si concentrano sul veloce
aumento dell'automazione delle professioni che si osserva anche
in Italia: "La rapidità con quale le nuove tecnologie sembrano
distruggere posti di lavoro rende necessaria una riflessione sul
sistema di sostegno generalizzato al reddito di chi perde
lavoro". (ANSA).
Le macchine potrebbero sostituire 7 milioni di lavoratori
Stima per l'Italia in "Rischi di automazione delle occupazioni"