(ANSA) - TRENTO, 27 MAG - In Trentino vi è spazio di
ulteriore crescita per la popolazione dei lupi, in particolare
nella parte occidentale, in ragione della presenza di prede
selvatiche che possono sostenere la presenza di nuovi branchi.
La ha riferito all'ANSA la ricercatrice del Muse di Trento,
Giulia Bombieri, coordinatrice a livello provinciale del
monitoraggio nazionale svolto da Ispra sulla diffusione del lupo
in Italia.
"In Trentino negli ultimi anni si è registrata una crescita
più rapida rispetto ad altre regioni d'Italia, anche grazie alla
presenza di un cospicuo numero di prede selvatiche. Riteniamo vi
sia margine per un ulteriore sviluppo delle popolazioni di lupi,
sia in Trentino, sia in tutto il Nord Italia", ha detto
Bombieri.
Attualmente in provincia di Trento vi sono 26 branchi di
lupi, ciascuno composto mediamente da quattro o cinque esemplari
(più le cucciolate, che variano da uno a nove esemplari). Il
primo branco di lupi in Trentino si è stabilito in Lessinia nel
2013.
"Il lupo è un predatore apicale, e la densità di prede
contribuisce a regolarne la popolazione. Il rischio per l'uomo è
minimo, perché si tratta di una specie molto schiva, ma è bene
evitare di tenere liberi i cani domestici nelle zone boschive
(perché considerati competitori o prede e perché disturbano la
fauna) e prevenire il rischio rappresentato dagli esemplari
confidenti, che cercano il cibo in prossimità delle attività
dell'uomo", ha concluso la ricercatrice. (ANSA).
Lupo Trentino: Bombieri (Muse),spazio per ulteriore sviluppo
"La densità delle prede determina la popolazione"