(ANSA) - BOLZANO, 08 GIU - "Sono convinto che Benno abbia
sicuramente premeditato il duplice delitto. Io non credo al suo
pentimento: deve dire tutta la verità, perché ancora non l'ha
fatto".
Al termine dell'udienza in cui è stato ascoltato come
testimone della parte civile, lo zio Gianni ha ribadito ai
cronisti il suo pensiero: "La decisione spetterà ovviamente alla
Corte d'assise. Posso però dire che noi familiari siamo convinti
che sia stato un duplice omicidio premeditato. Basti pensare che
Benno non aveva mai il permesso di usare l'auto dei genitori, i
quali proprio per questo tenevano le chiavi della Volvo
nascoste. Non solo, ma in quei giorni era stata dimessa
dall'ospedale la nonna e quindi l'auto doveva essere sempre
disponibile, nel caso si presentasse la necessità di doversi
muovere in fretta per andare ad assisterla. Eppure, nonostante
tutto questo, la mattina del delitto, Benno annunciò alla sua
amica che quel giorno l'avrebbe raggiunta in auto".
Gianni Ghirardini aggiunge che anche in merito al movente,
a suo avviso di tipo economico, Benno non abbia ancora detto la
verità. Durante la sua deposizione in aula, lo zio di Benno ha
poi letto la lettera che lui scrisse al nipote, il quale era
stato arrestato da poco e non aveva ancora confessato i due
omicidi. E Gianni, nella lettera, invitava a farlo: "Ogni essere
umano ha un percorso di vita da fare. Il tuo in questo momento è
segnato da un obbligo assoluto: dire la verità" ,scrisse Gianni
nella lettera recapitata in carcere a Benno, il quale però non
ha mai risposto. (ANSA).
Uccise i genitori: zio, dica la verità sulla premeditazione
"Siamo convinti che sia stato un duplice omicidio premeditato"