(ANSA) - TRENTO, 06 OTT - "In Trentino non c'è un problema di
posti di lavoro. C'è un problema di qualità del lavoro.
"È vero che ci sono più posti di lavoro, ma si tratta spesso
di contratti a termine: in Trentino questa tipologia sfiora il
20% e collocano il nostro territorio tra quelli la percentuale
più alta di lavoro precario. A questo si aggiunge l'aumento di
oltre il 13% delle dimissioni. Significativo è poi il dato per
il turismo: nel comparto solo il 40% decide di ripetere la
stagione nell'anno successivo. Questo vuol dire che i lavoratori
e le lavoratrici non hanno trovato in quel contesto condizioni
soddisfacenti in termini di retribuzione e condizioni di lavoro.
In una parola di qualità dell'occupazione", evidenziano Maurizio
Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher, che seguono il mercato
del lavoro per le tre confederazioni.
I sindacati, poi, non nascondono la preoccupazione per le
conseguenze che la crisi energetica e l'esplosione dei costi
delle materie prime avrà sull'occupazione. "Ci attendiamo un
rallentamento dell'occupazione; c'è già un ricorso crescente
alla cassa integrazione e senza le necessarie misure di sostegno
al reddito e politiche attive del lavoro si rischia di scivolare
in una fase molto complicata per la tenuta sociale della nostra
comunità", concludono i tre sindacalisti. (ANSA).
Sindacati: in Trentino deficit della qualità lavorativa
Cgil,Cisl e Uil: territorio a più alta percentuale di precariato