(ANSA) - TRENTO, 30 MAG - Smantellata dalla Guardia di finanza un'organizzazione criminale internazionale dedita al riciclaggio di denaro derivante dal narcotraffico. Sono state disposte misure cautelari in carcere a carico di 42 indagati, di cui cinque vivevano all'estero (in Colombia e in Spagna), gli altri in Italia, e sono stati sequestrati 18,5 milioni di euro.
Il procedimento, a firma del gip del tribunale di Trento, su richiesta della Procura, è stato emesso sulla base delle risultanze investigative emerse al termine di un'articolata e complessa attività d'indagine condotta dalle Fiamme Gialle del capoluogo trentino.
Gli indagati sono ritenuti responsabili di aver partecipato ad un'articolata associazione per delinquere transazionale dedita al riciclaggio di denaro derivante dal traffico internazionale di cocaina in favore dai cartelli sud americani.
"Abbiamo iniziato quest'attività con l'utilizzo di un agente undercover", ha spiegato il procuratore della Repubblica, Sandro Raimondi, in conferenza stampa. "Il nostro undercover e il portatore di denaro si incontravano dopo l'operazione. Il centro di raccolta - ha aggiunto Raimondi - era situato in una società di Trento, che lavorava nel settore dell'intermediazione e dei servizi. A Trento c'era un domicilio inesistente, che serviva solo da un punto di vista funzionale alle operazioni di accredito".
Il comandante provinciale della Finanza, Danilo Nastasi, ha fatto una fotografia del metodo di riciclaggio del denaro. "Una volta ottenuto il denaro contante, c'era il soggetto che faceva il corriere e c'era il soggetto prelevatore. Il denaro veniva poi versato nei conti di una società che aveva sede a Trento, e da qui partivano bonifici verso le società che avevano sede negli Stati Uniti e nel Far East, in Oriente".
Oltre alla Guardia di finanza, le operazioni hanno coinvolto la polizia giudiziaria della Procura distrettuale di Trento con l'ausilio di alcuni funzionari dell'Agenzia Europol.
Nell'indagine sono coinvolte complessivamente 47 persone, di cui 26 di nazionalità estera (Colombia, Marocco, Albania e Siria).
L'attività investigativa era iniziata nel 2019, e si è avvalsa della cooperazione internazionale giudiziaria di 27 Paesi esteri.
L'organizzazione per delinquere transnazionale smantellata dalla Guardia di finanza era suddivisa in tre livelli organizzativi ed inquadrata in un network criminale operativo a livello mondiale dedito al riciclaggio internazionale e al traffico intercontinentale di cocaina dei cartelli sud americani.
Nel corso delle investigazioni, che sono partite nel 2019 da Trento, è emerso che i clan colombiani e messicani, che cedevano a credito sostanze stupefacenti alle organizzazioni criminali nazionali, per far fronte alla necessità di far rientrare in Sud America il prezzo dello stupefacente, si avvalevano di una specifica "rete di broker" internazionali allo scopo di riciclare il denaro e convertirlo sotto forma di beni e servizi.
Il denaro, dopo essere stato depositato su alcuni conti corrente, veniva bonificato in dollari in favore di aziende operanti nel settore della commercializzazione dei prodotti elettronici, soprattutto di telefonia, e di beni di lusso dislocate in vari Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, Hong Kong e Turchia. Queste società, a loro volta, spedivano il prodotto verso clienti sud americani, che pagavano in pesos il prezzo dei prodotti alla "rete dei broker" di supporto ai cartelli colombiani.
Le indagini svolte dal Gico della Guardia di Finanza di Trento sono nate nel corso di una operazione speciale in cui è stato impiegato un agente sotto copertura, allo scopo di infiltrarsi all'interno della fitta rete di broker internazionali collegati con i cartelli sud americani che - nel quadro di un accordo illecito preesistente che coinvolgeva i rappresentati della criminalità organizzata siciliana, calabrese e altre strutture criminali organizzate, grazie ad una ramificata rete di collaboratori e facilitatori - erano dediti al riciclaggio internazionale dei proventi derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti sul territorio nazionale.
"Credo che questo procedimento non abbia precedenti nella storia giudiziaria italiana", ha commentato il procuratore della Repubblica, Sandro Raimondi, che ha spiegato come l'agente undercover, un ufficiale della Guardia di finanza, venisse contattato dalla rete criminale "chiedendo se fosse disposto a prelevare delle somme di denaro in contanti". (ANSA).
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