(ANSA) - TRENTO, 21 SET - La Corte di Cassazione ha giudicato
inammissibile il ricorso presentato dai legali di Riccardo
Sorarù, imprenditore 46enne di Rocca Pietore, in provincia di
Belluno, confermando la condanna decretata fin dal primo grado
di giudizio penale - 4 anni e 5 mesi di reclusione - per aver
causato, a fine 2018, la morte di Vitali Mardari, 28enne di
origine moldava. Mardari, che stava lavorando nei boschi in val
delle Moneghe, in provincia di Trento, senza un regolare
contratto, rimase vittima di un incidente mentre veniva tirato
un lungo cavo d'acciaio che avrebbe dovuto fungere da
teleferica.
L'imprenditore, invece di allertare il 118 e prestare
soccorso, facendosi aiutare da altri due lavoratori in nero,
spostò il corpo di Mardari fuori dal cantiere, trasportandolo
vicino al ciglio della strada sottostante e coprendolo con dei
pezzi di legna. Solo più tardi avvisò i soccorsi fingendo di
aver ritrovato il corpo per caso. Gli altri due lavoratori, nel
frattempo, si dileguarono.
"Giustizia è stata fatta. Un simile comportamento doveva
essere punito in maniera esemplare, era ciò che auspicavamo e
per questo non possiamo che ringraziare i giudici che, per ben
tre volte, si sono espressi in tal senso. Nessuno ci riporterà
mai Vitali, che manca nelle nostre vite ogni singolo minuto di
qualsiasi giornata, ma sapere che chi lo ha trattato in quel
modo - come neppure si farebbe a un povero animale - ora pagherà
con il carcere, ci restituisce, quanto meno, il senso di una
giustizia finalmente compiuta", commenta Ludmila, sorella della
vittima. (ANSA).
Nascose corpo dell'operaio dopo incidente, condanna confermata
Il 28enne Vitali Mardari venne abbandonato e coperto di legna