Lo scenario politico in Alto Adige assume caratteristiche sempre più 'italiane' con 12 partiti eletti in consiglio provinciale (ben otto formati da uno o al massimo due rappresentanti). Formare la nuova giunta sarà una sfida quasi impossibile per il governatore Arno Kompatscher, che deve anche fare i conti con l'erosione di consensi per la sua Svp, che scende da 15 a 12 seggi. Inoltre, il presidente uscente perde quasi 9.400 preferenze rispetto al 2018, confermandosi comunque campione delle preferenze con 57.776 voti diretti.
La situazione è ancora più difficile per l'attuale partner di coalizione, la Lega, che crolla dall'11,1 al 3%. L'unico eletto, il sindaco di Laives Christian Bianchi, non possiede neanche la tessera del Carroccio. Fratelli d'Italia sale dall'1,7 al 6%, ma non sfonda e si ferma a due consiglieri.
Entra a gamba tesa in consiglio la lista dell'ex comandante degli Schützen, Jürgen Wirth Anderlan, che con slogan no vax e anti-migranti conquista due seggi (5,9%). E' stata eletta anche l'avvocata no vax Renate Holzeisen con la lista Vita.
Il gruppo linguistico italiano scende da 8 a 5 rappresentanti e lo statuto d'autonomia prevede in questo caso un solo assessore. Gli italiani sono il 26% della popolazione altoatesina, ma solo il 14% dei consiglieri. La frammentazione politica è solo una delle cause, l'astensionismo e qualche voto 'disgiunto' per tedeschi sono altre cause. La Svp con Lega e Fdi ha bisogno di almeno un partner tedesco, come i Freiheitlichen (ideologicamente vicini alla Lega). Un ritorno in giunta dell'ex assessore Svp Thomas Widmann che si è presentato con una propria lista, è da escludere sotto una presidenza Kompatscher, almeno per il momento.
In Trentino Maurizio Fugatti (Lega) si conferma alla presidenza della Provincia autonoma. Aumenta, inoltre, il consenso per Fratelli d'Italia. I voti per il presidente uscente - sostenuto da Lega, FdI, Civica, Forza Italia, Udc, Patt, Fassa e Noi Trentino per Fugatti presidente - sono stati 129.758, il 51,82%. Un distacco di circa 14 punti rispetto a Francesco Valduga - 93.888 voti, il 37,5% - candidato dell'Alleanza democratica autonomista. Il centrosinistra aveva messo insieme una squadra formata da Pd, Campobase, Alleanza Verdi e Sinistra, Casa Autonomia.eu, Azione, Italia Viva e Fascegn, ma il centrodestra ha totalizzato più consensi rispetto al 46,73% del 2018. Cinque anni fa il centrosinistra - senza il Patt che corse da solo e raggiunse il 12,42% - prese il 25,4%. Seguono Filippo Degasperi di Onda Civica (3,81%), Marco Rizzo (2,26%), l'ex leghista Sergio Divina (2,22%), Alex Marini del M5S (1,92%) ed Elena Dardo (0,48%). Il centrodestra potrà contare su una maggioranza di 21 consiglieri (compreso il presidente), mentre il centrosinistra ne avrà 13 e Onda Civica 1.
Nella composizione del nuovo Consiglio provinciale - dove entrano tre candidati presidenti su sette, cioè Valduga, Fugatti e Degasperi - il numero dei consiglieri leghisti scende a 5 (nella passata legislatura furono 13, ma poi scesero a 11 con l'uscita di due consigliere passate a Fratelli d'Italia).
Aumentano quelli del Pd, che malgrado la sconfitta della coalizione è il primo partito del Trentino con il 16,64% (7 seggi, furono 5 nel 2018), seguito da Lega Fugatti presidente 13,05% (5 seggi), Fratelli d'Italia 12,35% (5 seggi, ne aveva 1 nel 2018), Noi Trentino per Fugatti presidente 10,73% (4 seggi), Campobase 8,41% (3 seggi), Patt 8,18% (3 seggi), Civica 4,85% (2 seggi, come nel 2018), Casa autonomia.eu 4,29% (2 seggio), Alleanza Verdi e Sinistra 3,25% (1 seggio) e Fascegn 1,56%, Onda 2,52% (1 seggio come nel 2018), Democrazia Sovrana Popolare 2,35%, Forza Italia 2,02%, Movimento 5 Stelle 1,95%, Fassa 0,87% (1 seggio assegnato come minoranza ladina), Azione 1,42%, Italia Viva 1,46%, Alternativa Popolare 0,97%, Noi con Divina Presidente 0,79%, Udc 0,59%, Unione Popolare 0,47%, La me val Primiero Vanoi Mis 0,53%, Alternativa 0,48% e Giovani per Divina Presidente 0,28%.
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