(ANSA) - TRENTO, 20 DIC - Dai dati rilevati dalla stazione
meteo posta a Cima Presena, 3015 metri di quota in Trentino,
dalle ore 10.00 del 17 dicembre alle ore 20.
Abbiamo visto una buona dose di neve naturale, nel comparto
prealpino e dolomitico, aggredita dalla fusione nei pendii
esposti a sud, nei pendii esposti a nord, nel fondovalle e anche
nelle conche altopianesi, cioè in quelle roccaforti della
conservazione del manto nevoso che mai si sarebbe potuto mettere
in discussione in condizioni climatiche altopressorie e a bassi
dew point, quindi senza il pericolo di piogge o nebbie a
temperature di cottura. E tutto questo nel periodo dell'anno a
minor ore di luce e col sole più "basso" in tutti i 365 giorni.
Un qualcosa di totalmente imprevedibile ed inimmaginabile,
insomma.
"Abbiamo visto partire valanghe di fondo, o per meglio dire
brevi slittamenti di fondo, nelle piste più ripide di due
comprensori sciistici distinti in Austria e apprezzato episodi
di fusione della neve artificiale, cioè su quella neve che
meglio di ogni altra tipologia di neve dovrebbe opporre
resistenza agli eventi sfavorevoli".
"Nell'Agosto 1989 - continua l'ingegner Rosa - io e mia madre
eravamo a Capanna Punta Penia (3340 metri sulla Marmolada,
n.d.r.), acquistammo nel bar del rifugio una barra di cioccolato
per tirarci su di forze e il gestore ci disse 'scusate se la
barra di cioccolato è molle, fino a 1-2 anni fa tenere il cibo
fuori era come tenerlo in frigo, adesso ci sono addirittura dei
giorni dove le temperature salgono sopra zero, son cambiate le
cose'".
"Ci si scandalizzava perché su a Punta Penia le temperature
salivano sopra zero d'estate, 34 anni dopo a quelle quote
salgono sopra zero anche d'inverno" conclude. (ANSA).
Clima: da 58 ore temperatura sopra lo 0 ai 3015 di Cima Presena
"Stiamo scrivendo l'ennesima pagina di storia meteorologica"