Trentino

Ozmo, ''Sono un ladro di icone e ora punto a New York''

Per lo street artist mostra a Trento e a gennaio la Grande Mela

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 23 DIC - Creare un ponte tra passato e futuro, l' immaginario classico e i simboli espressivi della contemporaneità pescando, anzi ''rubando'', a piene mani nel patrimonio della tradizione e nell' enorme mare del mondo digitale. Ozmo, lo street artist toscano conosciuto da anni per le incursioni in luoghi pubblici che da Milano hanno varcato i confini italiani spaziando dall' Europa a Shanghai, porta ora al chiuso il suo gesto creativo. In questi giorni una quindicina di sue opere a pennarello in bianco e nero dialogano con il soffitto affrescato di un palazzo rinascimentale di Trento per la mostra 'Amalgama, un viaggio alchemico'' alla Galleria Studio Raffaelli. A metà gennaio, invece, tornerà all' Istituto Italiano di Cultura di New York - dove l' ottobre scorso ha lasciato la sua impronta lungo la grande scala dell' edificio - per la sua prima personale negli Usa con cinque tele di grandi dimensioni.
    Ozmo, nome d' arte di Gionata Gesi, attualmente vive e lavora a Parigi, dove ha spesso legato le sue uscite a frangenti politici come le frizioni Emmanuel Macron e Giorgia Meloni sulla questione dei migranti. ''Di fatto - spiega all' ANSA - sono un ladro di icone. La mia pratica consiste nell' appropriazione di immagini della storia dell' arte, dall' antichità al Rinascimento e fino all' Ottocento, in un mix con i fumetti, la pubblicità, personaggi pop e marchi e famosi. L' 'uso di Google come se fosse la mia Biblioteca di Alessandria mi consente entrare negli archivi dei musei e 'rubare' proprio come Arsenio Lupin nei lunghi più prestigiosi e difficili da violare''. E' accaduto così anche nel prestigioso Kings College di Londra, dove la scorsa primavera l' artista è stato invitato a realizzare un' opera partendo dalla loro enorme collezione di archivio di sculture classiche appunto iconiche.
    A Trento i suoi stencil rivisitano le incisioni di Frans Huys e Cornelis Floris, due artisti del Seicento, trasportandole su pvc riciclato. Nella Grande Mela dal 17 gennaio a metà febbraio gli enormi pastelli su tela riuniti sotto il titolo ''The Glitched Gods of Olympus'' (Gli Dei difettati dell' Olimpo) occuperanno il salone espositivo dell' Istituto Italiano di Cultura. (ANSA).
   

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