(ANSA) - TRENTO, 18 GEN - I ventiquattro posti aggiuntivi
allestiti lunedì scorso nella palestra delle ex scuole Bellesini
sono stati immediatamente occupati da altrettanti richiedenti
protezione internazionale. A quanto riferisce Chiara Aliberti,
volontaria dell'Assemblea antirazzista, che gestisce il
dormitorio supplementare messo a disposizione dal Comune, gli
ospiti arrivano soprattutto dal Pakistan, dal Marocco, dalla
Tunisia e, in misura minore, Egitto.
"C'è qualcuno che arriva tardi la sera, perché fa il
cameriere nei locali di Trento, altri partono presto la mattina
perché fanno i muratori - spiega Chiara - Lavorare quando si
dorme in strada non è solo difficile, a mio parere è una
condizione in netto contrasto con la Costituzione, che ci
obbliga ad assicurare dignità ai lavoratori", spiega Aliberti.
Il dormitorio è stato aperto dal Comune in via emergenziale
visto l'improvviso abbassamento delle temperature. Al suo
interno, si alternano volontari dell'Assemblea antirazzista,
riferimento locale dell'associazione Melting pot Odv, e del
Collettivo rotte balcaniche, formato soprattutto da studenti
universitari. In tutto i posti per richiedenti protezione
internazionale finanziati dall'amministrazione cittadina sono
48.
"Molti richiedenti protezione internazionale presenti sul
territorio lavorano. Secondo la legge, è possibile farlo passati
60 giorni dalla formalizzazione della domanda di protezione
internazionale. È chiaro che questo sistema è inumano perché,
paradossalmente, costringe a vivere senza diritti persone che
lavorano e contribuiscono al Pil provinciale. L'accoglienza
trentina dovrebbe cambiare radicalmente, sia distribuendo su
tutto il territorio trentino i nuovi arrivati, sia considerando
i richiedenti protezione internazionale non solo come mera forza
lavoro, ma come cittadini", afferma il sindaco Franco Ianeselli.
(ANSA).
Emergenza freddo, nel dormitorio di Trento tanti lavoratori
Sindaco: 'L'accoglienza dovrebbe cambiare radicalmente'