(ANSA) - TRENTO, 27 GEN - Un rilancio sostenibile per la Panarotta. Lo chiedono oltre venti associazioni trentine che oggi hanno coinvolto oltre 200 persone in una manifestazione sulla montagna.
"Io non ho niente contro lo sci, sarebbe sciocco e anacronistico. Le località sciistiche che chiudono sono quelle più piccole. Dispiace quando chiude una piccola stazione sciistica, si fa di tutto per tenerla in vita. Ma bisogna prendere atto che sono vinte dai cambiamenti climatici. Ci sono ricerche che dicono che dall'inizio degli anni Duemila il mercato degli sci è giudicato maturo. Se le piccole stazioni sciistiche chiedono l'aiuto della mano pubblica, dall'altro i grandi comprensorio chiedono l'aumento del demanio sciabile". Le scelte sono due, ha proseguito Ferrari, "si è sempre fatto così è un argomento. Dall'altra c'è un argomento più difficile da sostenere, perché bisogna avere le idee. Da una parte c'è una scelta di comodo, una non scelta, e dall'altro c'è un ripensamento generale di questo comprensorio con una vista magnifica".
"Siamo qui tutti assieme spinti da una parola. E questa parola è transizione. La vera domanda qual è? Possono oggi le montagne fare a meno di questa importante economia? Parlando in termini generici, secondo me no. Però stiamo vivendo tempi di transizione, che ci spinge ad adattarci, provando a differenziare l'offerta turistica invernale e godendo del patrimonio di piste di sci esistente. Dal mio punto di vista la Panarotta potrebbe diventare un ottimo esempio per guidare la programmazione turistica che verrà", ha aggiunto Pietro Lacasella, blogger e antropologo.
"Si parla di numeri, entrate, presenze. Ma si nascondono tutti gli aiuti dati dal pubblico al privato negli anni", ha detto Stefano Musaico di Extinction rebellion. (ANSA).
In 200 manifestano per il rilancio sostenibile della Panarotta
"Siamo società civile attenta che non si volta dall'altra parte"