Trentino

Accordo per contratto del terziario, 30.000 addetti in Trentino

Redazione Ansa

(ANSA) - TRENTO, 22 MAR - Sono circa 30.000 i lavoratori trentini che beneficeranno dell'accordo sul rinnovo dei contratti nazionali del terziario, della distribuzione e dei servizi firmato questa mattina a Roma da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs con Confcommercio e Confesercenti. L'accordo - si legge in una nota - è stato raggiunto dopo quattro anni di attesa e dopo lo sciopero generale del 22 dicembre 2023.
    "Grazie alla mobilitazione di moltissimi addetti siamo riusciti a riaprire il confronto con le controparti datoriali dopo mesi di stallo e arrivare finalmente oggi ad un buon rinnovo. In questi anni lavoratrici e lavoratori hanno dovuto subire il pesante aumento dei prezzi, soprattutto nella nostra provincia, che ha drasticamente ridotto il loro potere d'acquisto. Ma non solo. Si sono visti anche presi in giro da aziende che durante il Covid li hanno voluti tutti i giorni al lavoro, per poi dimenticare il loro sacrificio", commentano i segretari provinciali delle tre sigle Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Pichetti.
    Gli accordi prevedono un aumento contrattuale a regime di 240 euro al quarto livello, da riparametrare, con l'erogazione di una massa salariale di 7.180 euro comprensiva dell'"una tantum" di 350 euro, una ulteriore erogazione rispetto a quella già avvenuta lo scorso anno. La prima tranche di 70 euro sarà erogata da aprile 2024 e si aggiunge ai 30 euro precedentemente concordati. Previsto anche l'incremento dell'indennità annua della clausola elastica del part-time, che passa da 120,00 euro annui a 155,00. I contratti avranno vigenza triennale, con decorrenza dal 1/o aprile 2024 al 31 marzo 2027.
    "L'incremento per l'utilizzo della clausola elastica è un importate tentativo di scoraggiare un utilizzo estremo della flessibilità nei part-time la direzione è quella di ascoltare le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici che richiedono un maggior bilanciamento della vita con il lavoro, soprattutto considerando che i part time riguardano prevalentemente le donne che sono le stesse su cui ricadono principalmente i carichi di cura", dichiarano i segretari provinciali delle tre sigle sindacali. (ANSA).
   

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