Trentino

Famiglie trentine sempre più povere, aumentano le diseguaglianze

Redditi medi giù di 2.000 euro, aumenti per mutui e sanità

Redazione Ansa

(ANSA) - TRENTO, 14 GIU - Negli ultimi anni l'inflazione è aumentata in provincia di Trento del 15,6% provocando una diminuzione del potere di acquisto complessivo delle famiglie, escludendo le fasce più ricche, di 124 milioni di euro.
    Paragonando i redditi del 2020 e del 2023 risulta che una famiglia media ha subito un abbassamento di reddito di circa 2000 euro con punte di 3000 euro per le famiglie più agiate (bireddito senza carichi di spesa), che evidentemente non risentono più di tanto degli aumenti, mentre la situazione si fa oggettivamente più difficile per le famiglie monoreddito con carichi di spesa che nello stesso periodo si sono viste diminuire le loro entrate di circa 1000 euro. Una famiglia media ha perso complessivamente sei carrelli della spesa ogni anno con punte fino a sette carrelli per i divorziati o separati e i single o coppie di fatto con carichi famigliari.
    Sono alcuni, significativi dati contenuti nell'indagine realizzata da CAF ACLI Trentino in collaborazione con l'IREF (Istituto di Ricerche Educative e Formative) grazie ai dati dell'Osservatorio Nazionale sui Redditi delle Famiglie promosso dalle ACLI. Sulla base dell'analisi in forma anonima dei modelli 730 presentati agli sportelli dei CAF ACLI, si è realizzato un panel statistico che interessa oltre 600.0000 contribuenti che in tutta Italia si sono rivolti continuativamente presso i servizi aclisti negli anni 2019, 2020, 2021 e 2022. Di questi contribuenti, 38.000 risiedono in provincia di Trento e sulla base dei dati anonimi acquisiti dalle dichiarazioni dei redditi è stato possibile desumere utili indicazioni riferite all'andamento dell'inflazione, all'aumento del costo della vita, delle spese per i mutui e la sanità. In provincia di Trento i redditi mediani (che rappresentano il livello di benessere dell'individuo medio o della famiglia media) delle aree urbane si assestano sui 26.000 euro mentre quelli delle aree interne sui 24.100 con una differenza marcata di 2800 euro circa.
    Aumentano le diseguaglianze: la flessione reddituale ha colpito il 77,8% delle famiglie evidenziando una forbice sempre più ampia fra una piccola percentuale di ricchi e una moltitudine di famiglie sempre più esposte al caro vita. (ANSA).
   

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