(ANSA) - BOLZANO, 23 GIU - Bocar Diallo, l'operaio senegalese
dell'Aluminium morto, era arrivato in Italia come profugo e
aveva ricevuto asilo politico. A Bolzano si era costruito una
nuova esistenza.
Viveva infatti nel maso Zeiler, un ex edifico agricolo nel
rione Gries, nel quale attualmente trovano accoglienza 28 uomini
come anche una giovane donna nigeriana, che con i suoi due
piccoli bambini vive nell'appartamentino di Karin Cirimbelli, la
responsabile del progetto di accoglienza.
"Era un ragazzo d'oro, tutto lavoro, casa e preghiera",
racconta la bolzanina. "E' venuto da noi a marzo. Lavorava, ma
gli serviva un posto dove dormire. Un giorno - non lo
dimenticherò mai - lui mi accusò in modo bonario di non
occuparmi sufficientemente di lui. Io gli risposi: 'Tu ce la fai
da solo, sei in gamba, ci sono altri che sono più vulnerabili'".
Gli abitanti del maso Zeiler oggi sono in lutto, hanno perso
un coinquilino e un amico. L'edificio alcuni anni fa è stato
messo a disposizione dall'imprenditore bolzanino Hellmuth
Frasnelli. Cirimbelli definisce il suo progetto "una grandissima
opportunità che sopperisce alle mancanze istituzionali. Senza
l'aiuto di Frasnelli 30 persone vivrebbero in strada". (ANSA).
Esplosione Bolzano, Bocar Diallo era un profugo politico
Viveva al maso Zeiler con altri migranti, 'un ragazzo d'oro'