Trentino

La realtà aumentata migliora la formazione nell'industria

Progetto di unibz e Memc, meno errori e maggiore inclusione

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLZANO, 02 OTT - La tecnologia della realtà aumentata ha un alto potenziale per supportare i processi di formazione nell'industria, per aumentare l'inclusione dei lavoratori con background, anche linguistici e culturali, diversi e per la riduzione degli errori. È quanto dimostra il progetto di ricerca che la Libera Università di Bolzano ha condotto con la Global Wafers Memc, nello stabilimento di Merano.
    Obiettivo del progetto era la realizzazione di un "centro di formazione" basato sulla realtà aumentata per la formazione degli operatori per l'attrezzaggio di macchine complesse per la produzione di semilavorati in silicio. Nel "training center" gli operatori vengono istruiti su "macchine fittizie" sulla base di un modulo di formazione specificamente sviluppato e assistito dalla tecnologia di realtà aumentata e dalle tecniche di "Visual Management".
    Lo stabilimento Memc di Merano produce ogni anno 8.000 cristalli Czochralski per la microelettronica e l'azienda ha sviluppato macchine altamente customizzate per la produzione di silicio che richiedono regolari interventi di smontaggio, pulizia e rimontaggio, con oltre 100 componenti in grafite e parti in quarzo che devono essere smontati e rimontati.
    Si tratta di operazioni, spiega Renzo Odorizzi, responsabile dell'ingegneria delle macchine e degli impianti dello stabilimento, che vanno svolte "con attenzioni particolari e l'ausilio della realtà aumentata permette di guidare l'operatore nelle diverse fasi". Con il ricorso alla realtà aumentata, aggiunge Odorizzi, "l'azienda punta a risolvere tre problemi fondamentali: fare formazione e training a persone di nazionalità diverse - in questo momento abbiamo 23 nazionalità diverse nello stabilimento - per le quali la documentazione cartacea è oggettivamente di difficile interpretazione; fare formazione fuori dalla linea produttiva considerato che l'accesso agli impianti non può essere molto frequente; rendere il training più interessante ed attrattivo".
    "La tecnologia della realtà aumentata, al momento, è piuttosto matura per essere utilizzata in ambito industriale, però la vera sfida per unibz era creare il contenuto digitale per supportare la formazione degli operatori", sottolinea Patrick Dallasega, professore associato della Libera università di Bolzano.
    La tecnologia AR è stata implementata nel centro di formazione attraverso un'applicazione sviluppata appositamente.
    Sono stati, inoltre, eseguiti test approfonditi del centro di formazione con gli operatori dell'azienda, confrontando la formazione fatta con la tecnologia AR con il tradizionale approccio cartaceo. "Abbiamo visto che con la realtà aumentata gli operatori fanno molti meno errori rispetto al metodo convenzionale - riferisce il docente di unibz - Con i test effettuati subito dopo la formazione, la riduzione degli errori era del 48 per cento, mentre nel test replicato una settimana dopo è stato rilevato che con l'AR gli operatori hanno fatto il 72% di errori in meno". (ANSA).
   

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