Trentino

Goio, bene il Tirolo che legalizza la prostituzione per disabili

'Non sono persone asessuate, sfera sessuale è parte integrante'

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLZANO, 11 OTT - "Una nuova e grande conquista per il diritto a vivere liberamente la propria sessualità per le persone 'abili' in maniera diversa arriva dal Land Tirolo, che si adegua alla Convenzione delle Nazioni Unite per i disabili e abbatte un nuovo muro, quello che vedeva segregato all'interno delle case di appuntamento la possibilità di soddisfare il proprio piacere". Lo afferma Eleonora Goio, scrittrice impegnata in progetti di inclusione sociale e turismo accessibile.
    Nel Land Tirolo le pesone con disabilià potranno usufruire dei servizi delle prostitute anche al di fuori dei bordelli, che in Austria sono legali. L'attuale legge vieta infatti l'esercitazione del mestiere più antico del mondo al di fuori delle case di appuntamento, ovvero per strada oppure a casa.
    Disabili potranno ora invece ricevere prostitute anche "in luoghi privati", come appartamenti, case di cura e rsa.
    La bolzanina si dice "fermamente convinta", come cita anche nel capitolo "La sfera affettivo-sessuale" della nuova edizione di "Vita al rallenty" (Aras Edizioni), "che sia indispensabile la figura della terapeuta sessuale". Goio ha infatti organizzato alcuni convegni, "affinché ogni persona possa riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l'affetto e l'umanità".
    "Sperando che questa riforma possa essere estesa a tutta l'Austria, ma soprattutto che sia di esempio all'Italia, è ora che si smetta di considerare il 'diversamente abile' come una persona asessuata, angelicata, la sfera sessuale è parte integrante di ogni essere umano, uno dei bisogni primari della persona", ribadisce la scrittrice. "Di questa cecità credo abbia gran parte colpa la nostra educazione ad impronta cattolica e la Chiesa finora non ha fatto granché nella direzione di riconoscere tale diritto", conclude Goio. (ANSA).
   

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