Trentino

In Trentino 2.500 casi di povertà seguiti da Caritas nel 2023

Tisi: "Fa paura che il dato non scuota le coscienze"

Redazione Ansa

(ANSA) - TRENTO, 13 NOV - Nel 2023 sono state 2.500 le situazioni di bisogno personali o familiari incontrate dalla Chiesa di Trento, attraverso i centri di ascolto Caritas sul territorio e l'attività di Fondazione Caritas diocesana. Il dato emerge dal rapporto "Mani unite", presentato in conferenza stampa all'indomani della diffusione del rapporto di Caritas nazionale e alla vigilia dell'ottava Giornata mondiale dei Poveri, prevista domenica 17 novembre.
    "La povertà è in grande aumento a livello nazionale e locale.
    Il primo dato che emerge è che la povertà colpisce in modo pesantissimo il mondo giovanile. Ma ci sono anche molti anziani che rinunciano anche a curarsi perché non hanno la risorsa per far fronte alla fragilità della loro condizione. Non vi è solo quella economica, ma anche la povertà relazionale, che scatena un disagio psichico sempre più forte", ha affermato l'arcivescovo di Trento, Lauro Tisi.
    Lo scorso anno, la rete Caritas locale ha garantito interventi economici per 700mila euro (usate perlopiù per le spese della casa), a cui si aggiungono circa 610mila euro distribuiti negli ultimi tre anni a 1.341 beneficiari attraverso il Fondo straordinario di Rovereto.
    Le persone che hanno fatto domando allo Sportello maschile per l'accoglienza sono state 1.767 (il doppio del 2022), 1.147 persone sono state accolte nelle strutture di Caritas per senzatetto e 149 persone hanno beneficiato degli alloggi dell'ente. Altre 157 persone sono state accolte nell'ambito del progetto dedicato all'accoglienza dei migranti.
    I negozi Altr'uso hanno visto l'accesso di 30mila persone (+22% rispetto al 2022), per 60mila capi venduti.
    I volontari di Caritas in Trentino sono poco meno di 800, che affiancano i 70 operatori professionisti. I punti di ascolto territoriali sono 38.
    "Quello che fa paura e che il dato sulla povertà non scuote le coscienze, non vi è un sussulto da parte della società civile che potrebbe portare a una soluzione. viviamo un momento divisivo, con la mania dell'uomo forte e vincente che crea ulteriore impoverimento sociale. Bisogna partire dal ricostruire la comunità", ha concluso Tisi. (ANSA).
   

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