Umbria

A Castelluccio Norcia primi rumori vita

Su altopiano si lavora in attesa del ritorno dei turisti

Redazione Ansa

Rumori di vita a Castelluccio di Norcia. Ruspe, camion e uomini al lavoro tornano a far battere il cuore di questo borgo dell'anima, come qualcuno l'ha definito, che la furia del terremoto ha quasi raso al suolo. Le case sbriciolate e le macerie sono ancora tutte lì, ma otto mesi dopo la grande scossa, Castelluccio inizia a rianimarsi e si prepara ad accogliere nuovamente le visite dei turisti e della gente che abitava qui prima che tutto crollasse. Per il fine settimana l'amministrazione comunale di Norcia ha predisposto un servizio navetta a pagamento per chi vorrà raggiungere la frazione, mentre dall'8 luglio sarà riaperta definitivamente la strada provinciale 477, anche se a senso unico alternato. Un appuntamento con la rinascita al quale si sta preparando questo lembo di terra, sospeso tra la città di San Benedetto e il Monte Vettore. Raggiunto oggi dall'ANSA. Questa volta però il viaggio per Castelluccio inizia da Visso, ad accompagnarci i militari del 132/o reggimento Carri di Cordenons che hanno appena sostituito gli Alpini nel presidio e controllo del territorio. Occorre farsi autorizzare per transitare all'interno della "zona rossa" di questo borgo marchigiano dei Sibillini e tra le strade di Castelsantangelo sul Nera. Palazzi sventrati e macerie fanno da cornice al passaggio. La strada che si percorre a tratti è danneggiata, ma scorre agevolmente e dopo mezz'ora si è a Castelluccio di Norcia (dove invece con le navette e con la riapertura della 477 si arriverà dal versante umbro). Sulla piazza, unico spazio agibile e in sicurezza, c'è gente che lavora. Alcuni operai stanno predisponendo le piazzole per montare le tensostrutture che ospiteranno alcune attività commerciali e ristoranti che erano presenti nel borgo prima del sisma. Il tutto in attesa che si concretizzi il progetto che prevede la realizzazione di strutture fisse in grado di accogliere negozi, caseifici e ristoranti. All'inizio del centro abitato, arrivando dal fronte marchigiano, c'è l'agriturismo "La valle delle aquile", il terremoto l'ha risparmiato e la struttura è agibile, al punto che "fin da questo weekend torneremo ad essere aperti", racconta Rodolfo, il figlio del proprietario. Sarà la prima struttura turistica a tornare in attività. "Dopo tanti mesi di buio speriamo di essere un faro per la rinascita di Castelluccio", commenta ancora Rodolfo. Ma la palma di pioniera della rinascita va a Maria Luisa Trabalza, una giovane donna che da aprile ha deciso di salire tutti i giorni fin quassù col suo furgone carico di specialità del posto. "E' stata una scelta coraggiosa - racconta - anche perché di gente ce n'è pochissima, ma ho ritenuto giusto essere presente così da poter preparare caffè e panini ai nostri allevatori e agricoltori, ma sono stati mesi molto complicati". La siccità si è fatta sentire anche a 1452 metri di altitudine. "Soprattutto ha accelerato il processo della fioritura che ormai è quasi terminata", spiega Diego Pignatelli, agricoltore e presidente della Pro loco di Castelluccio. Ma affacciandosi sul Pian Grande lo spettacolo di colori che si apre agli occhi resta ancora meraviglioso. Nelle ultime ore degli acquazzoni si sono abbattuti sui Sibillini "e sono stati una mano santa per la lenticchia, sta crescendo davvero bene" racconta, ancora, Pignatelli. Rumori e parole di vita che lentamente torna.

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