"Si continui la celebrazione abituale della Santa Messa, avendo cura che i partecipanti possano osservare tra loro la distanza di precauzione igienica; nella celebrazione eucaristica si ometta lo scambio del segno della pace e la comunione venga distribuita unicamente sulle mani del fedele; è bene che le acquasantiere non contengano acqua": sono alcune delle disposizioni dei vescovi umbri - valide fino alla terza domenica di Quaresima, il 15 marzo - in ottemperanza al Decreto del Presidenza del Consiglio dei ministri relativo all'emergenza coronavirus.
E ancora, fra l'altro,: "Si sospendano gli incontri di catechesi per i fanciulli, le attività di oratorio, di gruppi e movimenti; si sospenda la visita alle famiglie con la benedizione delle case; ai funerali siano presenti soltanto gli stretti familiari, sempre a distanza di precauzione igienica.
"È possibile la celebrazione del sacramento della Penitenza nella forma individuale con le dovute attenzioni. In questo periodo di tempo, negli orari e nelle modalità ritenute più opportune, si esponga nelle chiese il SS.mo Sacramento per la preghiera personale di intercessione e supplica, garantendo una presenza e una vigilanza costante". "La situazione che si è venuta a creare - sottolinea la Ceu in una sua nota - ci conduce ad una esperienza particolare di 'digiuno', privandoci dei momenti di preghiera e di incontro comunitario che accompagnano il cammino quotidiano del credente, specialmente in questo tempo di Quaresima. Ciò tuttavia offre l'occasione di coltivare la preghiera personale e in famiglia e di dedicare un congruo tempo all'ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, affinché questi giorni che siamo chiamati a vivere diventino per tutti un momento di grazia che rinnova la vita cristiana e ottiene la benedizione di Dio a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; a tutti gli operatori sanitari e al loro generoso servizio; a quanti affrontano le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica". "La fede cristiana - osservano i vescovi umbri - si pone al servizio della vita e quindi anche della salute e le nostre comunità abitano un territorio di cui devono rispettare l'organizzazione. Verso le istituzioni pubbliche e politiche la Chiesa vuole essere leale e onesta collaboratrice, assumendo in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus".