Umbria

In Umbria diminuisce collaborazione a tracciamento casi Covid

Soprattutto da parte dei più giovani, rilevano epidemiologi

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 18 MAR - In Umbria si registra una minore collaborazione al tracciamento dei contatti dei positivi al Covid, soprattutto da parte dei più giovani. Sintomo, per Carla Bietta del Nucleo epidemiologico regionale, "di una popolazione stanca e di persone più reticenti a comunicare i contatti avuti perché non vogliono sentirsi limitate nelle proprie libertà".
    Frutto quindi di una "forte stanchezza" che per gli esperti della Regione "tende a mettere sulla difensiva le persone, oltre ad una percezione del rischio più bassa".
    Gli anziani sono quelli "più spaventati e collaborativi", come ha spiegato l'esperta del Nucleo epidemiologico e per questo quindi tendenzialmente nelle persone più giovani "c'è una sorta di omertà nel comunicare quelli che sono i contatti". "C'è quindi - sottolinea Bietta - una sottovalutazione della situazione proprio nei giovani, dove c'è ora un'ampia diffusione delle varianti. Questo aumenta la circolazione del virus e non ci consente di tracciare in maniera corretta quelli che sono i potenziali contagiati".
    "Mentre all'inizio chiunque era spaventato di contrarre il virus - ha detto ancora Bietta - adesso c'è chi si è 'abituato' ai decessi, ai bollettini di ricoveri e terapie intensive e quindi c'è in alcune categorie, soprattutto nei più giovani, una sottovalutazione e questo facilita la diffusione".
    Dalla conferenza stampa di aggiornamento settimanale sulla pandemia è emerso che l'incidenza di casi per 100 mila abitanti è oggi 168 per la provincia di Perugia e 177 nel ternano, con l'aumento registrato nei giorni precedenti nella città capoluogo che ora "sta rientrando grazie proprio al tracciamento" ha evidenziato ancora Bietta. Contact tracing, invece, che si è inceppato a Perugia nelle settimane scorse. (ANSA).
   

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