Umbria

Gresele, quadro rimane favorevole a uso AstraZeneca

"Pur con limitazioni Aifa" dice presidente Società emostasi

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 08 APR - "Il quadro complessivo rimane largamente favorevole per un uso del vaccino AstraZeneca, pur con le limitazioni indicate da Aifa seguendo un criterio di precauzione": a sostenerlo è il professor Paolo Gresele, ordinario di Medicina Interna dell'Università di Perugia e presidente della Società italiana per lo studio dell'emostasi e della trombosi. Che ha risposto all'ANSA dopo le ultime indicazioni arrivate dalle agenzie regolatorie.
    "Aifa ha fatto una scelta responsabile - ha sottolineato il professor Gresele - improntata al criterio di massima precauzione e sicurezza per la popolazione interessata alla vaccinazione, scelta che però al tempo stesso non dovrebbe avere effetti negativi sulla campagna, vista la disponibilità di altri due e a breve tre, vaccini, la possibilità di continuare a somministrarlo agli ultrasessantenni".
    In base agli ultimi dati forniti dall'Ema, per il presidente della Società italiana per lo studio dell'emostasi e della trombosi "aumenta il sospetto" di un possibile legame tra la somministrazione di quello specifico vaccino e i casi di trombosi venosa cerebrale o viscerale, associata a piastrinopenia ed emorragie, segnalati come eventi avversi. "C'è stato - ha spiegato il professor Gresele - un significativo aumento dei casi segnalati rispetto al report precedente dell'Agenzia europea del farmaco e una maggiore definizione dei caratteri che li contraddistinguono ".
    Secondo il professor Gresele si tratta comunque di "pochi" casi segnalati. "Dati obiettivi dopo un anno di pandemia - ha aggiunto - ci dicono che per ogni milione di persone che contraggono il virus ci saranno oltre 31 mila morti. Non c'è quindi discussione sulla positività del bilancio rischio-benefico del vaccino".
    Gresele non ha comunque nascosto che il "corteo di eventi" legati ai casi di trombosi sia rappresentato da "sindromi acute molto gravi e con una mortalità significativa". "Il trattamento di questi pazienti - ha aggiunto - è empirico perché ancora non abbiamo una esperienza sufficientemente ampia. La cura c'è - ha concluso - ma non sappiamo ancora esattamente quale sia quella più efficace". (ANSA).
   

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