(ANSA) - PERUGIA, 23 NOV - "La realtà è che tutti vorremmo vivere, bene. Poi però arrivi a un punto in cui la malattia non te lo permette più.
Laura è impegnata con l'associazione Luca Coscioni per la quale è ora anche nel Consiglio generale. "Spero di non dover mai arrivare a pensare al suicidio assistito - afferma - e ogni mattina appena sveglia mi dico 'Laura, datti da fare, tieniti stretta la vita e l'amore di tuo marito'. Non voglio arrivare a quello ma la mia malattia peggiora e voglio essere libera di decidere della mia fine. Sapere di avere la possibilità di farlo ci aiuterebbe a vivere meglio".
"Mario ha sofferto per mesi - ricorda ancora Laura, spiegando di avere seguito passo passo la vicenda - perché qualcuno non ha applicato una sentenza della Corte costituzionale. Nessuno si è preso le responsabilità che doveva".
Nel caso del suicidio assistito per Laura Santi "bisogna dare protezione e tutela al paziente ma anche al medico".
"Bisogna tradurre in una legge - conclude - le sentenze Fabo e Cappato".
"C'è poi il referendum - sottolinea Laura Santi - e con l'associazione Coscioni facciamo un passo oltre. Chiediamo infatti una legge che non solo depenalizzi l'aiuto a morire ma anche l'eutanasia attiva per chi non è in grado di somministrarsi il farmaco. Per noi - conclude - questa è una legge per la vita e non per la morte". (ANSA).
Malata sclerosi, Mario ora è libero
"Tutti vorremmo vivere, bene ma malattia poi non te lo permette"