(ANSA) - PERUGIA, 04 MAR - Acquistavano auto sul territorio
nazionale, da rivendere sullo stesso, vantando illegittimamente
lo status di esportatore abituale, con coseguente evasione
dell'Iva. È quanto hanno scoperto i funzionari dell'Agenzia
Dogane Monopoli (Adm) dell'Umbria, coordinati dalla procura
della Repubblica presso il tribunale di Spoleto, quantificando
la maxievasione in oltre 2 milioni di euro.
Proprio in questi giorni i funzionari del servizio antifrode
degli uffici delle Dogane di Perugia e Terni hanno depositato
gli atti relativi ai sequestri di beni contanti, mobili e
immobili disposti dalla procura.
Le indagini - spiega una nota dell'Adm - erano partite nel 2018
grazie ad alcune anomalie riscontrate dai funzionari dei due
uffici provinciali. Nel mirino delle indagini sono finite due
società, aventi stessa sede legale in una città della provincia
di Perugia e gestite da un umbro che figurava quale socio unico
e amministratore.
Una sede operativa era stata fissata in provincia di Perugia,
mentre l'altra (solo dichiarata) in quella di Terni.
Agli indagati viene contestata l'emissione di fatture
soggettivamente inesistenti, oltre ad altre ipotesi di reato di
natura dichiarativa.
Il modus operandi consisteva nell'acquistare le autovetture
(oltre mille nel quinquennio 2015-2019) avvalendosi in modo
fraudolento dello status di esportatore abituale che consente di
versare l'Iva all'erario solo dopo la vendita del mezzo al
cliente finale. In realtà, come le indagini hanno permesso di
accertare, le due società non avevano mai fatto cessioni
intracomunitarie o esportazioni extra-Unione europea.
Le attività di questi ultimi giorni hanno consentito di
sequestrare 15 autovetture, due motociclette, denaro
rintracciato dalle verifiche sui conti correnti societari e
alcuni terreni e fabbricati in provincia di Perugia. (ANSA).
Scoperta evasione Iva di oltre 2 mln su vendita auto
Cinque indagati tra Umbria e Lazio