Umbria

Bori, convenzione per la sanità è fatto importante

Per segretario Pd "ora è necessario un punto di svolta"

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 20 APR - "Seppur a distanza di due anni dalla sottoscrizione del memorandun e con un grave ritardo accumulato, la firma della convenzione sulla Sanità, sottoscritta tra Regione Umbria e Università degli Studi di Perugia, rappresenta un fatto importante che può essere considerato, almeno sulla carta, un elemento di miglioramento di una situazione critica": a dirlo è il segretario regionale del Pd e vice presidente della Commissione regionale Sanità e Sociale, Tommaso Bori.
    Per l'esponente del Partito democratico "ora è necessario un punto di svolta: per realizzare davvero un cambiamento sistemico, organizzativo e politico occorre che la Giunta Tesei dia prova di aver compreso gli errori compiuti fino ad oggi e metta subito in atto un'azione di forte discontinuità rispetto al recente passato". "Se da una parte si riconosce finalmente il valore del contributo che l'Università è in grado di apportare all'intero sistema sanitario regionale, riconfermato di recente anche dall'azione svolta in piena pandemia in termini di supporto all'attività di screening, tracciamento, cura e ricerca - sottolinea il segretario - dall'altra manca ancora un interlocutore realmente all'altezza di portare a compimento un nuovo disegno di sanità pubblica che torni ad essere davvero universalistico e di qualità, oltre che maggiormente in linea con i bisogni di cura e salute di tutti i cittadini. Per fare questo non bastano i buoni propositi della presidente Tesei, ma serve innanzitutto dare una svolta radicale al sistema, attraverso l'adozione di atti concreti, come, ad esempio, il ritiro del Piano sanitario regionale preadottato, bocciato a suo tempo dalla stessa Università, e cambiare non solo i Direttori ma anche e soprattutto lo stesso assessore Regionale alla Sanità, ovvero colui che, più di altri, ha incarnato il verbo della privatizzazione surrettizia della sanità umbra, con le mancate assunzioni e le liste d'attesa, che hanno finito per creare cittadini di serie A, che possono ancora curarsi a pagamento, e quelli di serie B, che invece, ogni giorno, devono continuare a scontare ritardi e mancate prestazioni e cure".
    (ANSA).
   

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