"Un piano straordinario di abbattimento del cinghiale non è più rinviabile": a sostenerlo sono i consiglieri regionali della Lega, Manuela Puletti e Valerio Mancini, che hanno richiesto di ascoltare in Commissione regionale i presidenti umbri dei tre Atc e l'assessore Roberto Morroni per individuare "il quadro delle criticità esistenti e delineare una strategia condivisa di azione". "Fare una stima complessiva dei danni prodotti dalla fauna selvatica alle coltivazioni e ragionare sull'allarme lanciato da Coldiretti circa i rischi legati all'arrivo della peste suina in Umbria", l'oggetto del documento. "La nostra richiesta di audizione - spiegano Puletti e Mancini - si basa sul documento prodotto dagli Atc rispetto alle numerose richieste di risarcimento per danni da fauna selvatica presentate solo nel 2022. Da quanto si apprende, c'è il rischio concreto che con le risorse messe a disposizione dalla Regione non si riesca ad evadere tutte le istanze presentate, causando in questo modo un danno doppio agli agricoltori già gravati dall'aumento dei costi delle materie prime e del gasolio. L'adozione di misure immediate per il contenimento dei cinghiali non è più rinviabile anche alla luce dell'allarme lanciato proprio in questi giorni da Coldiretti circa il rischio legato all'arrivo della peste suina in Umbria. A Roma, quindi a pochi chilometri di distanza dai nostri confini regionali, è scattata l'allerta dei focolai dell'africana sui cinghiali. È nostro dovere mettere in campo tutte le azioni necessarie per arginare la proliferazione incontrollata degli ungulati e tutelare la nostra regione dall'emergenza sanitaria le cui conseguenze potrebbero rivelarsi disastrose per l'intero comparto suinicolo e per la norcineria umbra. Da tempo come Lega e a fianco delle associazioni, abbiamo lanciato l'allarme attraverso numerosi documenti ufficiali, interrogazioni e richieste di audizioni in Commissione, ma non siamo stati ascoltati. La soluzione che avevamo proposto per frenare l'avanzata del virus, la stessa che continuiamo a proporre ora, condivisa anche da Coldiretti Umbria, è quella di mettere in campo tutte le misure necessarie al fine di provvedere all'eradicazione del cinghiale, attraverso proroghe al periodo di caccia e la previsione di un piano di abbattimento. È tardi - concludono Puletti e Mancini-, ma non è ancora troppo tardi per impedire il peggio".
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