(ANSA) - PERUGIA, 30 MAG - È aumentato di oltre il 12 per
cento in un anno, con molti più giovani tra i nuovi utenti, il
numero di persone che si è rivolto al Centro di ascolto della
Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve per chiedere un
aiuto, passando dai 1.306 del 2020 ai 1.
Marco Salvi, oltre a rappresentanti delle Istituzioni civili
locali e a tutti gli attori sociali operanti nel territorio.
"Oltre il 50 percento dei poveri che chiedono aiuto non ha più
della licenza media inferiore - ha spiegato Grassetti - e spesso
questo si accompagna ad un abbandono precoce del percorso di
studi. Una povertà educativa fortemente legata a quella
economica. La povertà economica, quindi, genera la povertà
educativa che, a sua volta, ripropone e riperpetua la povertà
economica: è come persistere in una trappola della povertà".
Cresce il numero dei disoccupati ma anche degli occupati che
accedono alla Caritas. "Sono i lavoratori poveri" ha detto
l'economista. "Il lavoro in molti casi non basta più - ha
aggiunto - per affrontare e risolvere il problema della povertà
perché ci sono contratti precari, lavori stagionali, salari
bassi. In moltissimi casi la povertà convive con una situazione
lavorativa inadeguata generando gli 'occupati poveri'".
Pandemia e emergenza profughi ucraini tra i fattori che hanno
contribuito ad alzare notevolmente il livello di interventi da
parte della Caritas, in alcuni casi anche quadruplicati,
soprattutto quelli relativi a beni e servizi materiali. (ANSA).
Sempre più giovani i nuovi utenti dei servizi Caritas
Da rapporto emerge nuovo fenomeno degli "occupati poveri"